Sono 80 i procedimenti espropriativi aperti dall’ufficio del commissario straordinario delegato per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Calabria. «Negli ultimi sei mesi – comunica l’ufficio del commissario –, le attività sono state incentrate a individuare gli interventi che nel corso degli anni hanno subito un ritardo nella definizione delle procedure acquisitive per capirne le ragioni, sia da un punto di vista tecnico sia da un punto di vista procedurale, per poi individuare la soluzione tecnico normativa che meglio rispondesse alle necessità, in alcuni casi coadiuvati nelle scelte anche dai responsabili del procedimento presenti sul territorio, segno di una buona pratica amministrativa che coinvolge diverse amministrazioni su più livelli».
Iter avviati
«È stata effettuata – prosegue la nota – la mappatura delle criticità, l’ufficio del commissario ha provveduto a sollecitare l’acquisizione, al patrimonio degli enti beneficiari degli interventi, di quegli immobili occupati per l’esecuzione dei lavori e per i quali ancora non risulta emesso il provvedimento e, dove è stato possibile, si è avviato nuovamente l’iter espropriativo per definirne la titolarità. Parallelamente – spiega la struttura commissariale – nell’ottica della trasparenza amministrativa, l’ufficio si è dotato di una propria short list di professionisti qualificati, costantemente aggiornata, cui affidare incarichi professionali di supporto all’attività amministrativa e tecnica, nel rispetto delle norme sugli appalti pubblici».
Spirlì vuole una Calabria più sicura
Il presidente Nino Spirlì, in qualità di commissario straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico della Regione, giudica in modo positivo queste azioni «perché consentono di definire conclusi a tutti gli effetti gli interventi finanziati, sia nella componente lavoro che in quella amministrativa, così da consegnare ai Comuni opere funzionali allo scopo e acquisite al loro patrimonio».
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