Flussi di denaro che dalla società finivano su conti di studi legali inglesi utilizzati anche per comprare barche di lusso in leasing. Sono passati cinque mesi da quando l’inchiesta della Procura di Paola accese i riflettori sul crac della Tricarico, nota clinica del Tirreno cosentino.
E, ieri, in tempi rapidi nonostante l’emergenza Covid, il Tribunale ha già emesso la sentenza di primo grado nei confronti degli ex proprietari della società. Il giudice Roberta Carotenuto ha condannato a 5 anni Ciro Rosano Tricarico e a 3 anni il figlio Fabrizio, entrambi per bancarotta. Mentre per i due (difesi dagli avvocati Franco e Paolo Sammarco) è caduta l’accusa di associazione a delinquere. Padre e figlio hanno scelto il rito abbreviato.
Pasquale Rosano Tricarico (fratello di Ciro) e la mamma Carmen Rosano (difesi dagli avvocati Giorgio Cozzolino e Giovanni Marafioti) sono stati rinviati a giudizio. Il Gup ha poi disposto l’interdizione temporanea dai pubblici uffici per Ciro e per il figlio e la confisca dei beni intestati e riconducibili a Ciro Rosano Tricarico «fino alla concorrenza dell’importo di 140.800,00 euro fatti salvo i diritti della curatela fallimentare». Per Ciro è stata riconosciuta l’aggravante, mentre per il figlio Fabrizio sono state concesse le attenuanti generiche equivalenti all’aggravante.
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