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Roveredo, 34enne accoltellata a morte dal compagno: è un infermiere di Cosenza

La polizia davanti all'abitazione dove la notte scorsa è avvenuto il femminicidio, a Roveredo in Piano, in provincia di Pordenone

Una donna di 34 anni è stata uccisa dal compagno con numerose coltellate inferte al collo nel corso della notte a Roveredo in piano (Pordenone). L'uomo, 33 anni, subito dopo si è recato in Questura per andare a costituirsi. Aveva ancora le mani sporche di sangue. Immediatamente gli agenti della Squadra Volante e della Squadra Mobile si sono recati nell'abitazione, dove hanno trovato la giovane donna senza vita. L'uomo è stato arrestato con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato. Il pm di turno Federico Facchin procederà all'interrogatorio.

Si chiama Aurelia Laurenti ed era mamma di due bambini di 8 e 3 anni, la 32enne uccisa. I piccoli, che la donna avrebbe avuto dall'omicida, non hanno assistito alla tragedia perchè avevano trascorso la notte dai nonni materni. L'assassino, che si è costituito in Questura a Pordenone ancora con le mani sporche di sangue, si chiama Giuseppe Forciniti, ha 33 anni, faceva l'infermiere ed è originario di Cosenza.

L'uomo si era trasferito in Friuli molti anni fa. Insieme con la compagna era andato a vivere a Roveredo nel 2013, nella villetta dove nella notte la donna è stata uccisa. La vittima è stata trovata dalla Polizia, intervenuta sul posto con i Vigili del Fuoco che hanno aperto la porta, riversa sul letto della camera e con ferite da arma da taglio sul collo.

Sul posto è intervenuto anche il pm Federico Facchin, personale della scientifica per i rilievi e il medico dell'Istituto di Medicina legale di Pordenone. L'abitazione è stata sottoposta a sequestro e nella giornata odierna è previsto un altro sopralluogo con l'intervento degli esperti dell'Ert (esperti ricerca tracce) e dell'unita' di analisi crimine di Padova.

"Sono stato aggredito fisicamente dalla mia compagna mentre ci trovavamo in camera da letto. È anche comparso un coltello, con cui ha cercato di colpirmi. Ne è nata una colluttazione, durante la quale ho afferrato l'arma e l'ho colpita una sola volta, al collo. Lei è caduta a terra e io sono uscito dalla stanza in stato di choc". È la ricostruzione di quanto sarebbe accaduto fatta da Forciniti.

Il faccia a faccia con gli investigatori è stato caratterizzato da numerose pause in cui l'uomo ha detto di essere sconvolto e ha pianto a più riprese. Secondo quanto avrebbe detto a inquirenti e investigatori, i rapporti con la compagna erano diventati burrascosi e c'erano liti. I genitori dell'omicida, che si sono messi in viaggio dalla Calabria per raggiungere il Friuli, hanno nominato come avvocato difensore di fiducia Ernesto De Toni, del foro di Padova.

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