Il pianto dei malati è un pianto che non somiglia a nessun altro pianto: basta averlo inteso una sola volta per capire. È un lamento di sofferenza e anche di paura. Lacrime e rabbia assieme di fronte a una malattia che improvvisamente ti corrode rubandoti il fiato. Il virus è un angelo sadico che tormenta quei corpi infreddoliti e senza forze.
L'attesa in Pronto soccorso vibra di tensioni e di rabbia con due medici soli a badare a quella marea umana che aspetta che si liberi un letto dentro un reparto. Il loro è il grido dei sepolti vivi. La Protezione civile di Cosenza ha allestito, nel piazzale del Dea, le due tende promesse dal sindaco Mario Occhiuto.
Adesso toccherà riempirle anche di medici. L'“Annunziata” ha sette giorni di tempo per dare esecuzione all'ordinanza del primo cittadino che ha disposto l'assunzione di 100 figure professionali in ospedale per superare l'attuale emergenza sanitaria. E ieri è stata pubblicata la manifestazione d'interesse per la formazione di un elenco di medici disponibili a prestare servizio all'“Annunziata”. Si tratta di posti a tempo determinato. Sei mesi in tutto, prorogabili a seconda della durata dello stato emergenziale ma è un buon inizio.
Medici, infermieri e operatori sociosanitari del Pronto soccorso, questa mattina manifesteranno (ieri sera, invece, in via Migliori, si è svolto un presidio dell'Usb) davanti alla sede dell'Azienda ospedaliera chiedendo di trovare una sistemazione dignitosa ai pazienti che da giorni vivono ammassati nella prima linea dell'“Annunziata”. Casi gravissimi, urgenti, anime in pena parcheggiate ovunque, persino nei corridoi. Code di lettini e barelle con malati in attesa del responso del tampone, e altri che il responso lo hanno avuto aspettano una cura. Uomini e donne insieme, senza privacy, lamenti e odori di un male subdolo, respiri, rantoli, affanni. L'angoscia privata diventa coinvolgimento pubblico per quei pazienti più gravi che si agitano avvolti in coperte, attaccati alle flebo chissà da quanto.
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