Da Castrovillari, a Reggio Calabria, da Lamezia a Cirò Marina, la rabbia e la ribellione dei calabresi si ritrova insieme e si organizza per dare vita, domani, ad una manifestazione in simultanea, in lungo e largo per la Calabria, per "rivendicare il diritto dei calabresi alla salute e al lavoro".
A Cirò Marina, il comitato promotore, “Diamo voce alla Calabria” che riunisce cittadini di Cirò Marina e della vicina Melissa, si ritroverà, alle 15, davanti il poliambulatorio sanitario di Via Togliatti per un sit in che, gli organizzatori si ripromettono essere "pacifico, rispettoso delle norme sul distanziamento e delle altre prescrizioni anticovid". Alla manifestazione sono stati invitati a partecipare le associazioni culturali, sportive, i rappresentanti delle diverse categorie economiche locali – commercianti e ristoratori in primis - , le forze politiche, in maniera trasversale, le istituzioni ed i sindacati locali. Tantissime, a quanto pare, già le adesioni. Cataldo Maltese e Anna Maria Strumbo, sono tra i promotori del movimento che quest’ultima precisa essere "autonomo e apolitico".
"Il nostro obiettivo – affermano – è interrompere l’immobilismo, il fatalismo e la passività con cui i calabresi hanno accettato, finora, che un sistema perverso nella gestione della Sanità nella regione ci condannasse non solo a non disporre di strutture e servizi sufficienti ed adeguati per poterci curare in Calabria ma ci facesse precipitare nella zona rossa per una responsabilità che non è addebitabile ai cittadini tantomeno alle imprese calabresi".
Alle Istituzioni regionali e nazionali, il Movimento spontaneo chiede "serietà, trasparenza e efficienza nella gestione della sanità", ma sollecita anche i cittadini ad "essere partecipi e attenti alla vita politica perché, specie alla luce degli ultimi risvolti, non giochi il destino della Calabria sulle teste dei calabresi. "Dopo 11 anni di Commissariamento – osserva Anna Maria Strumbo – con i risultati che abbiamo visto, è ora di cambiare passo e dire basta. La Calabria – continua - non può sopportare il blocco economico imposto dalla zona rossa; i commercianti, i ristoratori – ricorda - ci siamo attenuti a tutte le prescrizioni, hanno speso soldi per adeguare e sanificare i locali, fatto rispettare il distanziamento e l’uso delle mascherine, contenendo di molto il virus; tutto questo per ritrovarci con una economia bloccata che soffocherà gli ultimi aliti di vita di questa terra".
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