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Coronavirus in Calabria, negli ospedali stop alle prestazioni non urgenti: la nuova ordinanza

Il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, ha firmato una nuova ordinanza che fissa ulteriori paletti nell'accesso negli ospedali per evitare il sovraffollamento delle strutture già messe a dura prova dall'emergenza Coronavirus. Il provvedimento avrà validità dal 31 ottobre 2020 a tutto il 24 novembre.

È disposta - si legge nel testo - "la sospensione all’interno delle Strutture Ospedaliere pubbliche, delle attività ambulatoriali per prestazioni specialistiche con classe di priorità D (Differibile) e P (Programmata), come definite dal PNGLA 2019-2021 di cui all’Intesa Stato-Regioni 21.02.2019. Sono fatte salve le prestazioni ambulatoriali recanti motivazioni d’urgenza, nonché quelle di dialisi, di PET/TC, di radioterapia e quelle oncologiche-chemioterapiche, le prestazioni relative alla gravidanza a rischio e/o a termine ed i follow up non differibili".

Sono fatti salvi, però "gli screening oncologici all’interno dei programmi organizzati, le prestazioni di ostetricia e ginecologia riportate in allegato 1 all’Ordinanza 29/2020, gli esami, le visite ed ogni altra prestazione connessa alla procreazione, alla nascita ed alla diagnosi prenatale ed al parto, le visite cardiologiche, le sedute di vaccinazione, le donazioni di sangue".

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È consentito" lo svolgimento regolare dei piani terapeutici, le somministrazioni di farmacoterapia e tutte quelle prestazioni non procrastinabili, in quanto potrebbero procurare un potenziale danno al paziente". "Restano consentite le prestazioni ambulatoriali svolte in strutture pubbliche esterne ai presidi ospedalieri - continua l'ordinanza - Sono sospese le attività in regime di intramoenia. È disposta la sospensione dei ricoveri in elezione e, quindi, differibili, all’interno delle Strutture Ospedaliere pubbliche, sia di area medica, che di area chirurgica - ivi compresi quelli in intramoenia - fatte salve le prestazioni di ricovero per riabilitazione ospedaliera in quanto il processo riabilitativo non può essere posticipato nelle sue fasi, al fine di evitare/ridurre eventuali esiti invalidanti".

Le strutture pubbliche provvederanno alla riprogrammazione delle attività ambulatoriali e di ricovero sospese ai sensi della presente Ordinanza. Sarà cura di ogni Struttura avvertire gli utenti le cui prestazioni e ricoveri siano stati sospesi, per riprogrammare l’appuntamento con la tempistica coerente con il presente provvedimento. Si dispone - infine - che i presidi delle aziende ospedaliere trasferiscano, presso i Presidi Ospedalieri Territoriali direttamente gestiti dalle Aziende Sanitarie Provinciali, i pazienti COVID-19 ricoverati stabilizzati e non ancora dimissibili al proprio domicilio, previa intesa tra le Direzioni Sanitarie delle Strutture.

Secondo l’ordinanza firmata da Spirlì, "le strutture sanitarie dovranno procedere ad incrementare, nelle more dell’adesione a quanto previsto nel Dca n. 91 del 18 giugno 2020 e, fermo restando il disposto di cui all’ordinanza n. 80/2020, il numero di posti letto nelle unità operative di malattie infettive, al fine di ampliare la recettività dei pazienti Covid positivi, rimodulando i posti letto resisi disponibili dal provvedimento di sospensione dei ricoveri in elezione".

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