Voci di strada in una mattina di sole. Voci di un giorno apparentemente normale. Un giorno che sorge con quel lamento angosciante di numeri che si moltiplicano e crescono ancora. Alle 13, ora di chiusura del bollettino che verrà poi trasmesso alla Protezione civile, quei numeri fanno paura. Ottantadue nuovi casi nel Cosentino: mai visto niente di simile prima. Neanche a marzo, quando nessuno ancora conosceva questo morbo ribelle.
E la memoria rivive, inevitabilmente, negli abissi della mente umana che non ha dimenticato gli effetti di due mesi di prigionia obbligatoria per sfuggire alla dittatura del virus. Stimmate che sopravvivono oggi con l'arrivo della seconda ondata che ci ha colti impreparati.
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