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Cosenza, in ospedale con la febbre in attesa del ricovero: dopo 2 giorni si scopre positivo al Coronavirus

Ospedale Annunziata di Cosenza

Nella città che cuoce sotto il sole di Ferragosto, il Covid sembra essere tornato invisibile. Due giorni di “contagio zero” hanno rassicurato Cosenza e la sua provincia. Ma dall’“Annunziata” giunge un soffio caldo e malato che inquieta.

Nelle ultime ore - riporta la Gazzetta del Sud in edicola -, il personale in servizio in alcuni reparti ospedalieri ha ricevuto dalla direzione un messaggio poco rassicurante: «Chiunque sia venuto a contatto con il paziente “Alfa” (ricoverato in Medicina “Valentini” il 13 agosto e poi risultato Covid +) è invitato a sottoporsi a tampone nasofaringeo». Appello rivolto a medici, infermieri e operatori socio-sanitari, tra pronto soccorso, reparti vari e accettazione, tutti potenzialmente a rischio e tutti da tracciare come ipotetici contatti del paziente arrivato in ospedale da Roseto Capo Spulico con febbre.

Un uomo che era reduce da un viaggio in Lombardia al rientro a Roseto avrebbe lamentato un rialzo della temperatura corporea e su indicazione dei sanitari locali sarebbe stato accompagnato all’Annunziata per approfondimenti. Ma il pronto soccorso di Cosenza, tra aree distinte e percorsi obbligati, è tornato ad essere un girone di rabbia, di urla e di lamenti. L’assedio quotidiano alla prima linea dell’ospedale è fronteggiato da appena cinque medici (dei 19 previsti in organico) divisi per turno. Con le assunzioni bloccate la coperta si è accorciata e il personale viene aggregato da altri reparti (ma non sempre è possibile) per coprire i turni.

E così è capitato a Cosenza che un malato con febbre significativa sia rimasto in reparto per accertamenti (e, soprattutto, in attesa che si liberasse un posto in corsia) per più di due giorni senza che nessuno abbia ritenuto utile (perché è mancato il tempo anche solo per pensarlo) un tampone. Un test che, invece, è stato prontamente richiesto appena l’ammalato ha raggiunto la medicina “Valentini”. E la positività al Covid ha attivato immediatamente i protocolli col trasferimento in Malattie infettive e l’avvio del contact tracing interno.

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