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'Ndrangheta stragista, a Reggio ergastolo per Graviano e Filippone

Condanna all'ergastolo per i mandanti degli attentati ai carabinieri consumati a Reggio Calabria tra dicembre 1993 e febbraio 1994. La Corte d'Assise di Reggio (presidente Ornella Pastore, giudice a latere Vincenza Bellini) ha inflitto il carcere a vita per il boss del quartiere Brancaccio (a Palermo), Giuseppe Graviano, e il reggino di Melicucco (piccolo centro nella Piana di Gioia Tauro) Rocco Santo Filippone. A carico di Filippone anche 18 anni per associazione mafiosa.

Loro due erano sul banco degli imputati nel processo 'Ndrangheta stragista, la rivoluzionaria indagine della Direzione distrettuale antimafia di Reggio e del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo che ha scritto una nuova, storica, pagina di verità sugli anni bui delle stragi continentali.

Sentenza di primo grado, quindi con un percorso processuale che proseguirà in tutti gli altri gradi di giustizia, ma dietro agli agguati all'Arma di Reggio ci fu la “Mafia unica”, con il corleonese Giuseppe Graviano e l'uomo delle 'ndrine Rocco Santo Filippone, che eseguirono l'ordine superiore di ampliare la terribile stagione delle Stragi continentali, gli attacchi frontali allo Stato scanditi dalle bombe fatte esplodere a Roma, Firenze e Milano che avevano il comune denominatore di ricattare le Istituzioni per ammorbidire la legislazione antimafia che prevedeva carcere duro e sottrazione dei patrimoni illeciti di boss e picciotti.

I due killer, Consolato Villani (da anni collaboratore di giustizia) e Giuseppe Calabrò (che è il nipote di Rocco Santo Filippone) sono stati già condannati definitivamente per le stragi dei Carabinieri.

La Corte d'Assise di Reggio ha anche applicato ai due imputati l'interdizione perpetua dai pubblici uffici; dichiarando l'interdizione legale e la decadenza dalla potestà genitoriale. Hanno anche disposto "l'affissione della sentenza di condanna all'ergastolo nel Comune ove è stata pronunciata, in quello ove i delitti sono stati commessi e in quelli di ultima residenza degli imputati, nonché la pubblicazione per intero e per trenta giorni a spese dei condannati nel sito Internet del ministero della Giustizia".

Condannati, inevitabilmente, "in solido tra loro", al risarcimento dei dei danni in favore delle parti civili Ministero dell'Interno, Ministero della Difesa, Regione Calabria, Carmelo Garofalo, Loredana Garofalo, Guglielmo Garofalo, Vartolomeo Musicò, Vincenzo Pasqua, Teresa Vicari, Maria Antonia Fava, Antonia Anile, Patraiza Scano, Ivana Fava, Valerio Fava, Guglielmo Garofalo, Andrea Garofalo. Nonché, il solo Filippone, in favore delle parti civili Comune di Reggio Calabria, di Rosarno, di Melicucco da liquidarsi in separato giudizio civile.

Condanna ancora gli imputati in solido al pagamento di una provvisionale di 100 mila euro in favore di Bartolomeo Musicò, 30 mila euro in favore di Vincenzo Pasqua, 50 mila euro in favore di Tersa Vicari e Maria Antonia Fava, 50 mila euro ciascuno in favore di Guglielmo Garofalo (classe 1935), Loredana Garofalo e Carmelo Garofalo; 80 mila euro ciascuno in favore di Antonia Anile, Ivana Fava e Valerio Fava, Patrizia Scano, Guglielmo Garofalo (classe 1988) e Andrea Garofalo.

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