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"'Ndrangheta stragista" a Reggio, Ingroia: "Graviano faccia luce su stragi '93-'94"

Gli avvocati Antonio Ingroia e Giuseppe Basile e il procuratore aggiunto Dda Reggio, Giuseppe Lombardo

Parola alle parti civili oggi all'Aula bunker di Reggio Calabria, dove si sta celebrando il processo 'Ndrangheta Stragista, l'inchiesta della Procura antimafia di Reggio che sta affermando la regia della “Mafia unica”, l'asse criminale tra i boss della 'Ndrangheta reggina e i capi di Cosa nostra palermitana, dietro gli attentati ai Carabinieri consumati in Calabria a cavallo tra il 1993 e il 1994.

Il primo a intervenire sullo scranno delle parti civili è stato l'avvocato Giuseppe Basile del Foro di Reggio, che rappresenta i familiari del brigadiere Antonino Fava ucciso proprio nelle stragi in Calabria: "Dal 18 gennaio 1994, sono trascorsi oltre venticinque anni, durante i quali è stato incessante il patimento fisico e morale per la sofferenza subita per la tragica perdita di Fava Antonino".

Oltre 26 anni inseguendo Verità e giustizia: "Si è sempre sperato che lo Stato e le Istituzioni democratiche facessero luce sulle motivazioni di siffatto crimine. Ovviamente nessuna Sentenza, e noi crediamo che sia di condanna degli imputati, cancellerà le sofferenze patite, ma certamente riconcilierà le parti civili con lo Stato, con quelle Istituzioni democratiche al servizio delle quali il Carabiniere Fava Antonino ha perso la vita senza alcuna colpa".

Subito dopo è intervenuto l'avvocato Antonio Ingoria, difensore di parte civile per le famiglie dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo: "Giuseppe Graviano faccia luce sulle stragi del '93-'94, che hanno condizionato e stanno condizionando, la vita civile del Paese. Molta verità è emersa in questo processo grazie al lavoro puntiglioso del Procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e della Dda di Reggio Calabria, ma sappiamo che altri sono coinvolti e non solo i due imputati, Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, e i due autori materiali, Giuseppe Calabrò e Consolato Villani. Graviano fornisca ai magistrati elementi utili su chi voleva la strage allo stadio Olimpico di Roma, un attentato, come disse Gaspare Spatuzza, che fallì per il guasto del telecomando che avrebbe innescato l’esplosione dell’ordigno".

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