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I rifiuti della Calabria verso Emilia e Lombardia, ma c'è il nodo sui costi per il trasporto

I rifiuti calabresi potrebbero finire in Emilia Romagna e Lombardia. Sono infatti in corso interlocuzioni tra i tecnici del dipartimento Ambiente della Regione e i responsabili degli impianti che potrebbero ospitare gli scarti prodotti tra il Pollino e lo Stretto.

Tra le strutture individuate dalla Regione ci sarebbero un termovalorizzatore che ha sede a Mantova e gli impianti di una grande società privata, operante in questo settore, con cuore amministrativo a Bologna ma operante anche nelle Marche e in Toscana. «Non abbiamo preclusioni - si limita a dire l’assessore calabrese all’Ambiente Sergio De Caprio - nei confronti di nessuno e nei prossimi giorni ufficializzeremo le nostre decisioni». A essere trasportati fuori regione saranno principalmente gli scarti prodotti dagli impianti di trattamento.

Tutto ciò rappresenta l’effetto più tangibile dell’ordinanza urgente firmata nelle scorse ore dalla governatrice Jole Santelli e che autorizza - “bypassando” le competenze degli Ato - il trasporto dei rifiuti fuori dalla Calabria (almeno la quota che non si riesce a smaltire), in via d’urgenza e per un periodo non superiore ai 90 giorni. È ovvio che tutto questo non sarà un’operazione a costo zero.

E se la Regione anticiperà i costi di trasporto, toccherà poi ai Comuni aprire i cordoni della borsa e sborsare i quattrini per aver usufruito di tale servizio. In ogni caso, non tutti i rifiuti saranno caricati sui tir in direzione Nord Italia. Secondo i piani messi a punto dalla Regione, una parte della spazzatura è destinata a restare in Calabria: i rifiuti verranno stoccati in ecoballe e saranno trasportati nella discarica di San Giovanni in Fiore.

L’orientamento dei vertici di Giunta e dipartimento Ambiente non trova però d’accordo gli amministratori locali del centro silano, già pronti alle barricate contro ogni ipotesi di ulteriore utilizzo del sito di località Vetrano. Nell’ordinanza è previsto che il proprietario della discarica - è il Consorzio Valle Crati - dovrà presentare tutta la documentazione necessaria ad ottenere l’autorizzazione allo stoccaggio temporaneo.

Ai piani alti della Cittadella, comunque, assicurano di aver ponderato tutte le decisioni, con l’obiettivo di tutelare le popolazioni locali e, soprattutto, scongiurare il pericolo di un’emergenza sanitaria a causa dei rifiuti disseminati lungo le strade delle città.

Nel testo firmato dalla presidente della Regione si prende atto che «i tempi necessari per l’attivazione discarica di Castrovillari e quelli necessari per la conclusione dei lavori sulle discariche di Lamezia e di Melicuccà hanno determinato il persistere di situazioni di criticità, come frequentemente documentato dalle missive inviate dalla Comunità d’ambito di Vibo Valentia, dalla Città metropolitana di Reggio Calabria nonché in, ultimo, nella data del 1° luglio 2020, di protesta dei sindaci della provincia di Vibo Valentia». Agli Ato, che di fatto vengono commissariati, viene contestato di non aver «ottemperato ai compiti assegnati dalla legge regionale 14/2014 registrando ritardi nella predisposizione dei Piani d’ambito».

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