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Le mani dei clan "Chiefari-Iozzo" sulle Preserre, 29 indagati dalla Dda di Catanzaro

Resta in piedi il quadro accusatorio dell'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro denominata “Orthrus” che nel mese di ottobre scorso aveva portato in carcere 17 persone appartenenti della cosca “Chiefari-Iozzo” che aveva il predominio nell'area delle Preserre ed in particolare nell'area di Chiaravalle Centrale e Torre di Ruggiero.

Il procuratore della Repubblica Nicola Gratteri era riuscito, finanche a scoprire gli autori del duplice omicidio del Giuliano Cortese 48 anni e della sua compagna Inna Abramovia di, 35 anni ucraina, uccisi a colpi di pistola davanti la scuola materna di via Foresta il 27 aprile 2009. Ieri, il sostituto procuratore Debora Rizza ha chiuso le indagini sulle due famiglie “Chiefari e Iozzo” che avrebbero imposto il controllo criminale con una serie di estorsioni.

Secondo la ricostruzione della Procura la famiglia Chiefari sarebbe stata prevalentemente dedita alle attività economiche ed imprenditoriali sfruttando imprese ad essi riconducibili. Sull'altra sponda, quella della famiglia Iozzo le accuse vanno nella disponibilità armi e droga. Con l'uso delle armi gli affiliati avrebbero imposto il pizzo ai commercianti della zona attraverso una lunga serie di estorsioni.

C'è pure un filone che riguarda la politica locale con il coinvolgimento dell'ex sindaco di Torre di Ruggiero Giuseppe Pitaro, in carica dalla primavera del 2006 e dimessosi poi, a novembre del 2015, con otto mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato, accusato dalla Procura della Repubblica di concorso esterno in associazione mafiosa. «Seppur non inserito stabilmente nella struttura organizzativa del clan nella sua funzione di sindaco avrebbe favorito le attività della cosca», questo è stato scritto dai magistrati della Procura catanzarese.

In particolare, non si sarebbe opposto all'affidamento di lavori ad una ditta la Euroscavi, direttamente riconducibile alla famiglia di Antonio Chiefari, benché questa fosse stata colpita da interdittiva antimafia. In tutto sono 29 gli indagati che In tutto sono 29 gli indagati, Marco Catricalà, Antonio Chiefari, Domenico Chiefari, Nicola Chiefari, Piero Antonio Chiefari, Vito Chiefari, Alexandr Daniele, Stefano Dominelli, Damiano Fabiano, Giuseppe Garieri, Mario Salvatore Garieri, Antonio Gullà, Giuseppe Giovanni Iozzo, Giuseppe Gregorio Iozzo, Luciano Iozzo, Mario Iozzo, Raffaele Iozzo, Andrea Maida, Antonio Maiolo, Claudio Marchese, Giuseppe Marco Marchese, Stefano Pasquino, Giuseppe Pitaro, Antonio Rei, Salvatore Russo, Marta Sanginiti, Marco Sasso e Fabio Romeo.

Dovranno rispondere a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Nutrito pure il collegio difensivo che è composto dagli avvocati Salvatore Staiano, Giovanni Russomanno, Vincenzo Cicino, Sergio Rotundo, Domenico Pasceri, Eugenio Felice Perrone, Antonio Gareri, Salvatore Giunone, Saverio Loiero, Giovanni Merante, Vincenzo Savaro, Vincenzo Ioppoli e Anselmo Torchia. Gli indagati hanno ora venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati, rilasciare dichiarazioni spontanee ed esercitare ogni atto utile per l'esercizio del diritto di difesa. Il pubblico ministero in questa fase, potrà chiedere l'archiviazione o procedere con una richiesta di rinvio a giudizio.

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