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Coronavirus a Catanzaro, centinaia di tamponi “in coda”: la corsa per smaltire l'arretrato

In una prima fase scarseggiavano i tamponi e il loro reperimento era problema. Adesso la difficoltà è quella di riuscire ad esaminarli in tempi rapidi, vista la mole di test eseguiti nella “caccia” al Sars-CoV-2. Ma ottenere l'esito del tampone richiede dei tempi ben precisi, al di sotto dei quali non si può andare perché ci sono dei limiti dettati dal funzionamento e capacità dei macchinari utilizzati ma anche dalla necessità di far attivare in maniera efficace i reattivi. Ecco perché nei giorni scorsi si sono registrati dei ritardi nella consegna delle risposte nel territorio della Calabria centrale, tutti dovuti proprio alla mole di test eseguiti che non è stato possibile eseguire se non a scaglioni predeterminati e con tempi tecnici inevitabili.

La sola Microbiologia dell'ospedale “Pugliese” di Catanzaro in questi ultimi giorni aveva ben 1.600 tamponi da smaltire, con un'inevitabile attesa e incertezza da parte di strutture sanitarie e pazienti. Basti pensare che solo nel reparto dell'ospedale catanzarese vengono lavorati 300 tamponi al giorno. È chiaro che senza una preventiva organizzazione sul territorio in termini di razionalizzazione della raccolta e dell'invio si rischia di sovraccaricare la struttura. E così è stato negli ultimi giorni, con l'invio di 600 tamponi al giorno, ovvero il doppio della capacità - soprattutto provenienti dalle Rsa e senza un coordinamento - che ha quindi comportato inevitabili ritardi nell'analisi del materiale e un accumulo importante.

L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Catanzaro.

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