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Coronavirus a Chiaravalle, i Nas alla "Domus Aurea": sequestrate cartelle cliniche

La "Domus Aurea" di Chiaravalle

Altre tre vittime da Covid-19, tra le quali un anziano di Soverato, un ex maestro di scuola, si registrano fra gli ex ospiti della casa di riposo “Domus Aurea”. Tutte e tre erano state trasferite giovedì scorso al policlinico “Mater Domini” di Catanzaro perché positive al tampone.

Le notizie dei decessi (in tutto 17) si sono susseguite ieri, aggiungendosi all’elenco delle 14 morti già registrate, tutte appunto fra i degenti della struttura sociosanitaria delle Preserre. In queste non va inclusa l’anziana di Centrache morta nella stessa giornata, non degente della casa di riposo ma familiare di una operatrice in forza alla “Domus”.

Si allunga pure la lista degli operatori positivi al tampone e anche Cardinale è finito nell’elenco dei comuni raggiunti dal contagio, con il primo caso segnalato dal sindaco Danilo Staglianò, dopo quelli di Torre di Ruggiero, Vallefiorita, Cenadi e Centrache.

Tante le famiglie sconvolte che ora chiedono di conoscere le responsabilità di una strage che si sarebbe probabilmente potuta contenere se vi fosse stata tempestività negli interventi. Sono solo alcuni degli argomenti e dei punti oscuri che i magistrati della Procura di Catanzaro dovranno individuare nell’inchiesta avviata. Ieri nella Rsa sono arrivati i carabinieri dei Nas. Lo speciale nucleo ha acquisito cartelle dei ricoverati e prelevato atti della “Domus Aurea”.

Ispezione ordinata dalla Procura, anche se un’altra parallela inchiesta viene svolta dall’Asp per capire se e dove ci sia stata negligenza. Dunque, sono stati sequestrati atti e documenti, anche se alla struttura non sono stati apposti i sigilli. Di fatto è chiusa a qualsiasi attività, perché queste sono le direttive partite dal dipartimento Tutela della salute e dalla stessa Asp. Gli accertamenti sono alla fase iniziale. La presenza dei carabinieri nella struttura di via Filangeri è durata tutta la mattina.

Sempre ieri sono state avviate le operazioni di sanificazione dei reparti dove si è sviluppato il focolaio e la disinfestazione delle aree esterne. Dalla sede municipale di via Castello, invece, il sindaco Domenico Donato continua a pressare l’Azienda sanitaria per sottoporre a tampone le famiglie che hanno avuto contatti, anche perché quello dei positivi è un dato che continua a preoccupare: «Se Chiaravalle è zona rossa da ordinanza della governatrice Jole Santelli – ha affermato il sindaco – l’obiettivo è contenere il contagio nel perimetro territoriale. Parallelamente va attivata una strategia d’impatto capace di contenere il contagio all’interno del nostro territorio e per raggiungere questo obiettivo bisogna eseguire i tamponi a tutti i soggetti che direttamente o indirettamente hanno avuto contatto con la Rsa, a prescindere se asintomatici. Una misura necessaria per monitorare l’andamento e l’evoluzione del virus e arginare, quindi, l’effetto domino che i ritardi di questa operazione purtroppo stanno determinando».

Sulla vicenda è intervenuto pure il segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato, che ha presentato un esposto alla Procura: «Qualcuno dovrà risponderne alla magistratura, ai familiari e alle proprie coscienze. Il nostro esposto mira ad accertare le responsabilità della struttura, della Regione e del commissario ad acta che – spiega Sposato – hanno avocato i poteri dell’emergenza Covid-19. Va monitorata costantemente la condizione degli operatori della Rsa».

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