Calabria

Martedì 30 Aprile 2024

Coronavirus, l'allarme dei medici calabresi: "Mancano gli strumenti di protezione"

La Calabria non è ancora nelle condizioni di poter affrontare l’emergenza nuovo coronavirus. Lo denuncia all’ANSA il presidente dell’Ordine medici di Cosenza, Eugenio Corcioni. Ad oggi, scrive in una lettera al ministro della Salute, «nessuna iniziativa organica e strutturale è stata ancora assunta per dotare tutti gli operatori sanitari dei necessari equipaggiamenti di difesa personale dal contagio e nessuna iniziativa è stata assunta per riorganizzare le strutture e l’accesso alle stesse in modo da evitare assembramenti e contatti tra pazienti in attesa». Tutto ciò, prosegue Corcioni, «è evidentemente non solo incomprensibile ma, certamente, non più sopportabile vista la gravità della situazione ed i pericoli ad essa connessi». Infatti, sottolinea nella lettera indirizzata anche alle istituzioni regionali, «nel momento in cui la gravità della situazione dovuta al diffondersi dell'epidemia da coronavirus si sta manifestando nella sua ampiezza e portata, è con grande preoccupazione che ci troviamo a registrare le continue segnalazioni, provenienti da moltissimi nostri iscritti operanti nelle strutture sanitarie della nostra provincia, che lamentano la mancata adozione ad oggi di tutte quelle concrete e strutturali iniziative e provvedimenti dettati dalle linee guida scientifiche e dal buon senso e recepite nei provvedimenti normativi, regolamentari ed amministrativi adottati dal governo e da tutte le altre autorità competenti, dirette alla mitigazione del rischio contagio e alla salvaguardia della salute tanto dei pazienti che degli operatori sanitari». «I medici negli ospedali visitano a mani nude - afferma Corcioni all'ANSA - così come quelli di famiglia, perchè i presidi di protezione sono minimi, e negli ospedali non è stata sospesa l'attività ambulatoriale e ciò crea pericolosi assembramenti». E ancora: «I malati sospetti per coronavirus devono fare la tac toracica ma negli ospedali non c'è un percorso esclusivo per le tac, per differenziare i pazienti sospetti di contagio dagli altri. Anche per il triage differenziato, davanti all'ospedale di Cosenza è stata montata una tenda ad hoc ma è chiusa per mancanza di personale». Ancora al momento, conclude, «non siamo in emergenza per numero di casi, ma durerà poco e bisogna fare in fretta per attrezzarsi adeguatamente».

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