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Angelo De Fiore, il vicequestore da Rota Greca che salvò centinaia di ebrei dall'Olocausto

Angelo De Fiore

L'8 luglio 1969 fu proclamato “Giusto tra le Nazioni”. Nel 1955 l'Unione delle comunità israelitiche in Italia gli aveva già assegnato una Medaglia d'oro. Il suo nome è scolpito sulla stele del Giardino dei Giusti, a Gerusalemme. È la massima onorificenza conferita a non-ebrei che, rischiarono la loro vita, eroicamente, per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista. Il riconoscimento onora la memoria di Angelo De Fiore (Rota Greca, 17 luglio 1895 - Roma, 18 febbraio 1969), vicequestore, dirigente dell'Ufficio Stranieri della questura di Roma, durante l'occupazione tedesca, tra il 1943 e il 1944.

Egli riuscì a sottrarre centinaia di ebrei alla deportazione e all'Olocausto. Affiancò attivamente le attività clandestine della Delasem, organizzazione cattolica della resistenza ebraica, promossa da monsignor Hugh O'Flaherty. Oppose il suo rifiuto alla Gestapo che gli ingiungeva di avere l'elenco degli schedati.

Si giustificò con il disordine degli archivi che egli stesso, nottetempo, con l'aiuto di un suo fido collaboratore, aveva irrimediabilmente danneggiato, facendo sparire fascicoli e falsificando documenti. Non solo. La sua azione di sabotaggio antinazista proseguì favorendo la scarcerazione di numerosi ebrei, accusati di reati comuni e di diserzione.

Adducendo lo scompiglio dell'archivio, negò la sua collaborazione al famigerato questore Pietro Caruso, che, dopo l'attentato di via Rasella, gli intimava di fornirgli elenchi di persone da consegnare ai tedeschi per la rappresaglia, quella che sarà consumata alle Fosse Ardeatine. “Non ho nomi da dare”, fu la risposta di De Fiore a Caruso, che, sostenendo la ferocia degli occupanti, si rese responsabile di una serie di crimini, e che, dopo la Liberazione, sarà processato e fucilato.

Il vicequestore subì un'indagine, che il corso degli avvenimenti successivi porterà al nulla di fatto. Gli Alleati, con i quali collaborò, lo insignirono del titolo di “Patriota”, con attestato del generale Alexander. De Fiore proseguirà la sua carriera: sarà questore di Forlì, Pisa e La Spezia, dove targhe commemorative lo celebrano come “eroe” e come “uomo integro e retto”.

Nella ricorrenza annuale del 6 marzo, “Giornata europea dei Giusti”, ne ricorda i grandi meriti l'associazione Italia - Israele di Cosenza, fortemente sostenuta dalla professoressa Lucia De Fiore, docente presso l'Istituto comprensivo Cosenza di via Negroni, cugina dell'indimenticato questore.

Nella sede scolastica, diretta dalla professoressa Marina Del Sordo, il mese scorso, è stata scoperta una lapide commemorativa, dopo una relazione della stessa De Fiore, che ha illustrato la figura di Angelo De Fiore, «“uomo coraggioso, di grande statura morale, sensibile e caritatevole, eroe dei nostri giorni, esempio di vita da tramandare alle future generazioni per non dimenticare i valori della solidarietà e della dignità e per indicare la strada da percorrere: “una vita per la vita”».

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