"Nonostante le difficoltà amministrative, dovute alla carenza di magistrati colmata dal recente arrivo di due unità, l’arretrato dei ricorsi pendenti al Tar della Calabria si è ridotto di un ulteriore 12%, passando da 3.260 ricorsi pendenti al 1 gennaio 2019 a 2.864 pendenti al 31 dicembre». Lo ha riferito il presidente del Tribunale amministrativo regionale, Giancarlo Pennetti, nel corso della conferenza stampa che ha preceduto l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Pennetti, che è presidente del Tar Calabria dal luglio 2019, ha poi specificato che «nel corso dello scorso anno sono stati depositati 107 ricorsi in materia di appalti pubblici e concessioni di pubblici servizi, di cui 58 già definiti, un certo calo va registrato in materia di edilizia e urbanistica, da cui si può cogliere un effetto della ulteriore stagnazione del settore». «L'unico condizionamento, l’unica tirannia che volentieri subiamo è una sola, ed è quella dei valori», ha detto Pennetti, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2020 a Catanzaro. Pennetti ha fatto riferimento «allo scenario emerso da una recente indagine giudiziaria condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro» (Rinascita Scott», ndr) e in particolare «da intercettazioni, riportate dalla stampa, nelle quali taluni soggetti sembrano progettare interventi impropri sul processo, volti a orientare l’esito di una istruttoria disposta da questo Tribunale con una ordinanza collegiale in seno ad un giudizio di impugnativa dell’aggiudicazione di un appalto di opere pubbliche, ed è stata ragione di turbamento e smarrimento». «Ecco - ha proseguito il presidente del Tar Calabria - si tratta di quel tipo di vulnus da cui la giurisdizione deve essere tenuta indenne se ci è caro il suo corretto funzionamento e la sua stessa esistenza». Sono «stabili i numeri inerenti al contenzioso in materia di sanità», ha aggiunto Pennetti. In materia di sanità, in particolare, sono stati presentati nel 2019 60 ricorsi contro i 58 dell’anno precedente. Nella relazione, il presidente del Tar ricorda «quelle decisioni, adottate in camera di consiglio con sentenze brevi pubblicate nel corso del 2019, con le quali sono stati annullati alcuni dinieghi di istanze di accreditamento del commissario ad acta per il rientro dai disavanzi perchè basati su decreti commissariali inefficaci, in quanto da un lato privi della dichiarazione di somma urgenza e dall’altro perchè emanati in assenza di conclusione del loro procedimento formativo che avrebbe dovuto avvenire mediante conformazione dell’autorità emanante ai pareri preventivi e alle raccomandazioni ministeriali". Secondo Pennetti, infine, «la mancata definizione dei fabbisogni provinciali di bacino, indispensabile presupposto ai fini della definizione delle istanze di autorizzazione e accreditamento presentate da privati operatori del settore, determina pure che in molti ricorsi su tali temi devono essere verificate le concrete situazioni con necessità, il più delle volte, di effettuare puntuali istruttorie». In Calabria si registrano «forme diverse di criticità finanziaria» degli enti locali, «nel complesso più diffuse e gravi della media nazionale». Lo si legge nella relazione del presidente del Tar Calabria. Nella relazione del presidente del Tar si evidenzia «il considerevole numero di ricorsi di ottemperanza, in costante crescita numerica, presentati per obbligare, anche mediante nomina di un commissario ad acta, le amministrazioni pubbliche a eseguire le condanne al pagamento di somme di denaro dovute a cittadini, società, imprese disposte dal giudice ordinario". "Normalmente - spiega Pennetti - questa tipologia di contenzioso è considerata poco importante, ma è innegabile che esso merita una specifica menzione dato che il fenomeno si incrocia con la situazione finanziaria di non pochi enti pubblici calabresi che sembrano confermare l’analisi effettuata dalla Banca d’Italia nel 2019, che, già sulla base di dati del 2018, segnala ampi disavanzi di bilancio soprattutto tra gli enti di questa regione».