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Vicenda Fincalabria, la difesa di Oliverio: "La mia condotta è stata cristallina"

Mario Oliverio

Sulla vicenda Fincalabra, l'ex presidente della Regione Mario Oliverio ha tenuto una condotta "cristallina". Questo è quanto afferma lo stesso governatore in una nota dopo la notizia di ieri secondo cui il gip di Catanzaro ha disposto di riformulare l'imputazione.

"Con provvedimento del 2015 del presidente della Regione, il dottor Luca Mannarino veniva dichiarato decaduto dall'incarico di presidente della s.p.a. Fincalabra per scadenza dell'incarico e veniva nominato contestualmente il nuovo presidente. Avverso il provvedimento di nomina, il dottor Mannarino proponeva ricorso al Tar. Conseguentemente la Regione si costituiva proponendo ricorso davanti alle Sezioni Unite della Cassazione, eccependo la giurisdizione ordinaria. La Cassazione aderiva a tale eccezione", si legge nella nota di Oliverio.

"Intanto il collegio dei revisori della s.p.a. Fincalabra rimetteva relazione al presidente della Regione, con cui si rilevava la responsabilità del dottor Mannarino per un grave danno economico subito dalla società, per aver impropriamente impegnato rilevanti somme (circa 46 milioni di euro) del fondo regionale di "ingegneria finanziaria" in palese violazione dell’accordo di programma, stipulato con la Regione Calabria, ponendo in essere una gravissima violazione delle norme, manifestando la mancanza dei requisiti di avvedutezza e capacità richieste per lo svolgimento della carica di amministratore di una società, tali da determinare la cessazione di qualsiasi rapporto fiduciario. Il Presidente, quindi, emanava, così, nuovo provvedimento di revoca di Mannarino per giusta causa con atto dell'8 gennaio 3016. Con delibera del 25 febbraio 2016 l'assemblea dei soci della s.p.a. Fincalabra confermava la revoca per giusta causa di Mannarino e promuoveva giudizio di responsabilità nei suoi confronti e degli amministratori. Di conseguenza, la Corte dei Conti con sentenza del 19 dicembre 2018 condannava Mannarino a risarcire i danni in favore della Regione per circa un milione e 500mila euro con contestuale sequestro dei beni di pari importo. Nelle more la procura del tribunale di Catanzaro rinviava a giudizio Mannarino e tutto il Consiglio di amministrazione per il reato di peculato", ricostruisce il presidente uscente.

"Com'è agevole rilevare dalla cronistoria dei fatti e degli atti, la condotta del presidente Oliverio è stata cristallina e passata direttamente al vaglio della Corte dei conti e della procura di Catanzaro che hanno ritenuto rispettivamente di condannare Mannarino per i gravissimi danni causati alla Regione e rinviato a giudizio per i reati conseguenti. Questi i fatti a conferma della azione di governo del presidente Oliverio improntata a rigore e bonifica dei guasti generati, ereditati da decenni di malgoverno che ha prodotto non poche degenerazioni nell’uso delle risorse pubbliche. Una lunga stagione di cui la Calabria ancora porta le ferite", conclude Oliverio.

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