«Sono molte decine le Case protette per anziani e disabili, le Rsa per anziani e disabili, i Centri di riabilitazione e molte altre strutture socio-assistenziali private accreditate e contrattualizzate con il Servizio sanitario che non ricevono da molti mesi i pagamenti delle fatture». Le associazioni di categoria Uneba, Anaste e Agidae segnalano l’ennesima emergenza nel settore sanitario.
«Sono oltre un migliaio – si legge in una nota – gli operatori che non possono essere pagati ogni mese con puntualità e circa millecinquecento ospiti di tutte le Strutture sanitare socio-sanitarie e socio-assistenziali, affidate in modo formale dalla Regione e dall’Asp di Catanzaro, che rischiano di non ricevere più le cure necessarie per soddisfare quei fabbisogni assistenziali che sempre l’Asp e la Regione hanno rilevato con le loro Unità di valutazione multidisciplinari».
Situazione «più volte contestata che, però, ancora oggi non trova risposta alcuna. Ormai però si è arrivati al punto più acuto di criticità anche perché gli istituti di credito non sono più disponibili ad anticipare somme che poi le strutture non possono restituire nei tempi concordati».
C’è dell’altro nella denuncia delle associazioni: «L’Asp di Catanzaro ha comunicato, oltre al danno la beffa, che non accetterà la cessione dei crediti che le Strutture sono obbligate a fare per creare la liquidità necessaria con cui garantire la continuità assistenziale alle oltre mille persone che essa stessa ha affiato con atti formali. E altro danno-beffa è dato dal fatto che le strutture accreditate e contrattualizzate, nonostante non ricevano il dovuto ormai da 6-8-10 mesi, a seconda della tipologia di prestazioni, per legge non possono dimettere i loro ospiti».
«Siamo arrivati all’assurdo – si legge ancora – che l’ente pubblico affida alle Strutture migliaia di persone perché riconosciute dallo stesso bisognevoli di assistenza sanitaria socio-sanitaria e socio-assistenziale, obbliga le Strutture a garantire le dovute prestazioni, controlla perché le Strutture continuino a mantenere i requisiti strutturali, organizzativi e tecnologici secondo legge, per poi negare alle stesse Strutture le risorse necessarie perché tutto questo possa essere garantito».
Uneba, Anaste e Agidae parlano «gioco al massacro all’interno di un settore che vede ormai la Regione e l’Asp di Catanzaro scaricare sulle spalle di centinaia di erogatori, migliaia di operatori e centinaia di fornitori un dovere che è proprio e cioè garantire alle Strutture le risorse necessarie e nei tempi concordati (30, 60 giorni dalla fatturazione elettronica) per la continuità assistenziale a migliaia di persone fragili. Fino a quando le Strutture dovranno continuare a subire, oltre al danno la beffa, ingiunzioni di pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali perché la mancanza di liquidità causata dai ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione non permette di farlo? E fino a quando l’Agenzia delle Entrare continuerà a pretendere dalle Strutture i versamenti delle trattenute fiscali anche quando la stessa pubblica amministrazione, a sua volta, ritarda di circa un anno il pagamento di quanto da essa stessa dovuto?».
Intanto, «nelle vicinanze delle festività natalizie e di fine anno, operatori e fornitori reclamano il dovuto perché, a loro volta, hanno assunto impegni con le loro famiglie e con terzi. Le banche reclamano il versamento degli interessi passivi per le anticipazioni concesse, l’Inps continua a scrivere così come l’Agenzia delle Entrate. Ciò che si sta continuando a chiedere alla Regione e all’Asp di Catanzaro è che con somma urgenza paghino almeno cinque mensilità arretrate così da permettere alle Strutture di sanare parte di queste situazioni critiche che ormai vivono da molti mesi».
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