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Scuola a Lamezia, le mamme dei bimbi disabili: mancano gli assistenti, siamo discriminati

"L'indifferenza uccide, é una disabilità del cuore". Sono le parole delle mamme e delle rappresentanti di Angsa Lamezia Terme, associazione nazionale soggetti autistici Lamezia Terme che dopo essersi viste togliere la figure dell'assistente all'autonomia e alla comunicazione per i loro figli all'interno delle aule scolastiche si sono incontrate in centro per urlare giustizia.

"Indifferenza, discriminazione, sopruso. Noi e i nostri figli siamo vittime di tutto questo" afferma Emanuela Muraca, presidente di Angsa, la stessa che poi aggiunge "avevamo chiesto un incontro, tramite protocollo, al comune per discutere della gravità del problema, parliamo del diritto allo studio negato, ma dal 12 settembre solo ieri sera con una pec veniamo informate dell'incontro di domani al comune con i commissari e con la dirigente Belvedere".

Quest'anno già dal 29 agosto guardando l'albo pretorio si intuitiva qualcosa: pochi i fondi stanziati e quindi poche le nomine delle assistenti specializzate. Una figura necessaria, che non può essere sostituita, perché crea mediazione con la classe, segue in modo personalizzato i ragazzi disabili, attualmente se ne contano 86, consente di coprire gli orari di entrata e di uscita favorendo le mamme che lavorano. Di anno in anno infatti le ore diminuivano. Prima erano scese da 30 a 8 ore e adesso addirittura a 2 ore a settimana di assistenza. "Dal 16 settembre i nostri figli sono senza assistenza, sono discriminati e non è giusto" prosegue la presidente commossa.

Al tavolo, oltre ad Emanuela Muraca ci sono anche Giosella Statti, Gabriella Mazzocca e l'avvocato Lucia Alessandra Cittadino che sta muovendo una vera e propria sfida puntando su un'attenzione larga che investa non solo il comune ma anche la provincia, la regione, i giudici. "C'è tanta superficialità - aggiunge la Muraca- nella pec infatti citano solo la legge 104 per le disabilità gravi, invece c'è anche l'articolo 3 comma 1 per le disabilità minori". Fra le altre cose é stato investito del problema anche il garante per l'infanzia. D'altro canto l'ente scuola, in questo caso, non ha responsabilità, ma intanto ampia sensibilità viene espressa dalla dirigente scolastica Teresa Bevilacqua dell'istituto comprensivo Perri Pitagora.

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