Si sono conclusi nella tarda serata di ieri i primi interrogatori di garanzia dinanzi al gip Domenico Armaleo, in presenza dei pubblici ministeri Musolino e Ignazitto, di alcuni degli indagati dell’operazione "Libro Nero", eseguita dalla squadra mobile di Reggio Calabria sulle attività criminali della cosca Libri e i suoi legami con la politica e l’amministrazione pubblica.
Il consigliere regionale Alessandro Nicolò, secondo quanto appreso, ha riposto alle domande dei magistrati, respingendo l'ipotesi accusatoria di «essere il referente politico in Consiglio regionale della cosca Libri».
Anche i fratelli Francesco e Demetrio Berna, costruttori molti noti in città, hanno risposto alle domande del gip e della pubblica accusa, così come Giuseppe La Porta e Giuseppe Serranò, uomini di stretta osservanza del boss Antonino Caridi, genero del defunto Mico Libri, hanno contestato la veridicità delle affermazioni del collaboratore di giustizia Enrico De Rosa. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Stefano Sartiano, Antonio Zindato e Gianpaolo Sarica.
Oggi gli interrogatori proseguiranno con altri indagati tra i quali Antonino Caridi e il consigliere regionale del Pd Sebastiano Romeo.
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