Un fratello in politica, l'altro nei vertici dell'associazione nazionale dei costruttori edili. Il comune denominatore l'accumulo di ricchezza. In un solo colpo è crollato l'impero economico dei Berna. «L'inchiesta ha consentito di fare luce anche sui rilevanti interessi economici e politici della cosca Libri, svelando il ruolo di affermati imprenditori e noti soggetti politici locali e regionali asserviti totalmente alle volontà della consorteria criminale come soggetti intranei o concorrenti esterni». Questo quanto scrivono gli inquirenti in relazione alla figura dei fratelli Berna Francesco e Demetrio.
Nel corso del tempo, i fratelli Berna hanno conquistato posizioni di assoluto rilievo nel panorama edilizio ed immobiliare in città. Un vero impero economico che a giudizio degli investigatori era “inquinato”. Ad essi sono oggi riconducibili diverse imprese e società: “Berna Immobiliare, “Reghion Dream”, Berna Costruzioni”, “Bioarch”, “Bioedicom”, “Management 2000”, “Berna Immobiliare Agency”.
È stato eseguito un sequestro preventivo per l'impresa individuale “Innova Impianti di Giuseppe Serranò”, avente ad oggetto lavori generali di costruzioni di edifici, installazione ampliamento, trasformazione e manutenzione di impianti idrico sanitari, riscaldamento, gas ed antincendio ed altro.
Le attività commerciali e imprenditoriali spaziavano su più fronti: costruzione di edifici residenziali e non residenziali, elaborazione elettronica dei dati contabili, intermediazione immobiliare, costruzione di edifici e di ingegneria civile, gestione del ristorante pizzeria Miamammamia, consulenza, progettazione e studi di fattibilità in campo ingegneristico, concessionaria pubblicitaria, produzione e l'installazione di infissi in alluminio, gestione della stazione di servizio per la distribuzione di carburanti per autotrazione e prodotti annessi per conto della Società Anonima Petroli Italiana, gestione del bar presso la stazione di servizio.
Un vero tesoro quello accumulato dai Berna che, come dichiarato nel corso della conferenza stampa, sarebbero direttamente legati con la cosca Libri. Anche i pentiti erano al corrente di questo rapporto tra gli imprenditori-politici e i vertici della consorteria mafiosa. Il valore complessivo dei beni in sequestro, nell'ordine di diversi di milioni di euro, è in corso di quantificazione ma da una prima stima dovrebbe aggirarsi in torno ai 20 milioni di euro.
Tutte queste società adesso sono state poste sotto sequestro e il ciclone giudiziario che si è abbattuto sui due fratelli avrà anche conseguenze anche nell'Ance in pieno imbarazzo e con la necessità di trovare al più presto un nuovo presidente a livello calabrese.
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