"Tutela della biodiversità? Un optional in Calabria, o meglio solo parole perché le ruspe sono entrate in azione su tutti i litorali". A denunciarlo il Wwf Calabria e tutte le associazioni a esso aggregate, che pongono in risalto il grande paradosso: "Noi calabresi siamo impareggiabili quando si tratta di esaltare le ricchezze naturalistiche della nostra regione, così come risultiamo altrettanto imbattibili nel minacciarle continuamente".
Proprio nei giorni scorsi il Wwf aveva lanciato un appello ai sindaci e ai gestori di lidi e strutture turistiche balneari invitandoli sì a procedere alle necessarie opere di pulizia delle spiagge al fine di favorire la presenza dei bagnanti, ma senza fare ricorso a ruspe o altri mezzi meccanici. Lo scopo era quello di scongiurare il pericolo che venissero danneggiate o distrutte le probabili nidificazioni di due specie animali particolarmente vulnerabili: la Tartaruga marina Caretta caretta e una specie di piccolo uccello, il Fratino, che depone le sue uova mimetiche direttamente sulla spiaggia.
"Per quanto riguarda la tartaruga marina - evidenzia il Wwf - avevamo ricordato e ribadiamo (repetita iuvant?), che le coste calabresi, e in particolare quelle della costa reggina, risultano statisticamente come le più importanti d’Italia per la nidificazione di questa specie minacciata e che proprio in questo periodo le femmine, nottetempo, sono solite emergere dal mare per deporre il loro prezioso carico di uova sotto la sabbia. E’ facile immaginare cosa potrebbe comportare il passaggio di un pesante mezzo sul nido posto a pochi decimetri di profondità: la distruzione di circa 100 o più uova e degli embrioni che si sarebbero sviluppati fino alla nascita, dopo circa due mesi di incubazione, dei tartarughini".
Fatto sta che, purtroppo, continuano a giungere un po’ da tutta la Calabria segnalazioni di interventi sui litorali che invece sono in netta e deludente antitesi con quanto auspicato dal Wwf. "Sembra anzi che in Calabria si faccia a gara a chi spiana più degli altri le spiagge -sottolineano gli ambientalisti - come se le stesse fossero dei tavoli da biliardo e non degli ecosistemi da salvaguardare. Le foto di lidi letteralmente lisciati dalle ruspe (è accaduto ad esempio per le spiagge a Nord di Reggio) suscitano preoccupazione nel mondo ambientalista, non certamente per l’asportazione di tutto il pattume (in primis per la plastica), operazione, ripetiamo, necessaria e lodevole, ma per le modalità “pesanti” con cui tali operazioni vengono condotte".
Perplessità e preoccupazioni che risultano ancor più legittime e comprensibili se solo si pensa a tutte le iniziative di sensibilizzazione e di coinvolgimento di associazioni, enti, Capitanerie di Porto e giovani Calabresi che, con le loro azioni di volontariato e in collaborazione con le stesse amministrazioni comunali, hanno dimostrato che si può pulire una spiaggia rispettandone l’ ecosistema, le sue piante e gli animali che, più o meno temporaneamente , la popolano. Per non parlare della contraddizione evidente tra i progetti di tutela e conservazione dei nidi di Tartaruga e di Fratino, approvati e finanziati dalla Regione con fondi europei ( in pieno svolgimento in questo periodo e per tutta l’estate), e l’uso di ruspe e quant’altro che invece rischia di vanificare in partenza tutti gli sforzi di associazioni protezionistiche e l’impegno economico della stessa Regione.
"Per fortuna ancora non tutto è perduto - conclude il Wwf - e c’è ancora tempo per dare prova di una diversa sensibilità per l’ambiente e un segnale di rottura con le vecchie pratiche, interrompendole ove già in essere e anzi emanando delle ordinanze che vietino l’uso di trattori, fuoristrada, quad e qualsiasi altro mezzo pesante sulle spiagge. Forse è il caso di ricordare che se noi le usiamo per fare il bagno e prendere la tintarella, alle tartarughe e ai fratini servono per continuare a esistere".
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