Novanta coppie bloccate dai ritardi della burocrazia sanitaria. Novanta delle 160 famiglie seguite dal centro per la procreazione medicalmente assistita (Pma) inaugurato lo scorso 31 ottobre all'ospedale Pugliese-Ciaccio, non possono coronare il sogno di avere figli perché il centro dove hanno seguito il percorso propedeutico al concepimento, a distanza di cinque mesi non ha ancora avuto l'accreditamento.
Centottanta aspiranti genitori, scrive la Gazzetta del Sud in edicola, non possono attuare la fecondazione assistita perché la commissione dell'Asp di Crotone competente non lo ha finora concesso, richiedendo sempre nuovi documenti. Neppure le sollecitazioni del delegato regionale alla Sanità, Franco Pacenza, hanno sortito l'effetto sperato, e le famiglie stanno sensibilizzando altri politici perché nella terra delle clientele qualcosa “spinga” le procedure muova.
Una struttura nata per dare una mano alle aspiranti madri rischia di fare la stessa fine di un altro servizio di supporto alle donne quale il “parto indolore” o analgesia epidurale, che dopo un periodo di erogazione al Pugliese in regime libero-professionale (intramoenia) è stato soppresso, nonostante sia oggi previsto tra i livelli essenziali di assistenza (Lea) che le strutture pubbliche debbono erogare gratuitamente.
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