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Aste truccate a Lamezia, il procuratore capo Curcio: "Indagini difficili, troppe fughe di notizie"

Salvatore Curcio

Le indagini sulle aste giudiziarie «truccate» presso il Tribunale di Lamezia Terme «sono state rese difficili da diverse fughe di notizie che ci hanno costretto a defatiganti manovre investigative». Lo ha detto il procuratore capo di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, nel corso della conferenza stampa per presentare l’esito dell’operazione "Asta la vista-Nomos": l’inchiesta, culminata nell’esecuzione da parte della Guardia di Finanza di 21 provvedimenti cautelari che hanno coinvolto anche avvocati, commercialisti e personale del Tribunale lametino, ha svelato l’esistenza di un sistema illecito che per un decennio avrebbe condizionato e pilotato le aste giudiziarie nella città calabrese.

All’incontro con i giornalisti oltre a Curcio hanno partecipato anche il sostituto procuratore Giulia Scavello, il tenente colonnello della Guardia di Finanza, Clementi Crisci, comandante del Gruppo di Lamezia Terme, e il capitano Matteo Borrelli, comandante del nucleo operativo del Gruppo Gdf lametino. Nell’illustrare i contenuti dell’operazione, Curcio ha osservato: «Ci sono state varie denunce perchè purtroppo il sistema illecito era conosciuto e diffuso, e tuttavia devo stigmatizzare il fatto che pur essendo così diffuso ed essendo diventato la regola, questo sistema illecito è andato avanti per tantissimo tempo senza che i fatti fossero portati a conoscenza dell’autorità giudiziaria. Le indagini comunque - ha aggiunto il procuratore capo - proseguono».

Curcio ha poi stigmatizzato anche un altro aspetto che - ha riferito - «ha reso le indagini ancora più complicate quanto già non fossero, e cioè l’estrema permeabilità della situazione, e quando parlo di permeabilità intendo lamentarmi delle diverse fughe di notizie che abbiamo subito in queste investigazioni e che hanno costretto a manovre investigative defatiganti sia la polizia giudiziaria che i pm».

Anche il sostituto procuratore Giulia Scavello ha parlato di «fatica immensa a tutelare il segreto istruttorio in un contesto piccolo come quello del Tribunale di Lamezia, nonostante l’adozione di infinite cautele, fatica immensa nel definire il quadro probatorio, fermo restando che quello che il 'dominus' di questo sistema illecito faceva nel tribunale di Lamezia Terme era ahimè tristemente noto a moltissimi».

Rispondendo poi a una domanda dei giornalisti, Curcio ha escluso il coinvolgimento nell’inchiesta di ex magistrati o di magistrati attualmente in servizio a Lamezia Terme: «A me non risulta, poi - ha specificato il procuratore - non è questa Procura che può rispondere a una domanda del genere». Curcio, infine, ha voluto rimarcare il ruolo e l’impegno dei nuovi sostituti che si sono insediati ieri e che «a distanza di nemmeno 24 ore questa notte erano già sul campo per eseguire i provvedimenti cautelari».

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