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Catanzaro, accusato di trasporto e detenzione di hashish: il Riesame dispone la scarcerazione

Tribunale di Catanzaro

Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, in accoglimento del ricorso proposto dell’avvocato Giuseppe Bagnato, ha disposto la scarcerazione di Giuseppe Accursio, 66 anni originario di Licata, sostituendo la misura cautelare degli arresti domiciliari con l’obbligo di dimora.

L’uomo, residente in provincia di Como, era stato arrestato nell'ambito dell’operazione "Ossessione", in quanto indagato di partecipazione all'associazione finalizzata al narcotraffico, del concorso nel tentativo di importazione di 3 mila chilogrammi di hashish dal Marocco, nonché del concorso nella detenzione di 429 chilogrammi di hashish.

Secondo l'accusa, Accursio avrebbe trasportato da Como a Milano i 429 chili di hashish alla guida di un furgone Fiat Doblo. La droga è stata poi sequestrata dalla Guardia di Finanza, nel marzo dello scorso anno, in un box sito in Via Anguissola, a Milano, nella disponibilità di Gennaro Papianni, 42 anni di Vibo, anch'egli indagato a piede libero.

All'udienza del 19 marzo dinanzi al Tribunale del Riesame di Catanzaro, l’avvocato Giuseppe Bagnato ha contestato il quadro indiziario e cautelare, sostenendo l’insussistenza di elementi di gravità indiziaria che potessero consentire il mantenimento della misura e depositando una corposa memoria a sostegno.

Il Tribunale  del riesame riservava la decisione, all'esito della quale accoglieva il ricorso disponendo nei confronti dell’indagato il solo obbligo di dimora.

L'operazione "Ossessione", condotta dalla Dda di Catanzaro e dalla Guardia di finanza, scattava lo scorso gennaio con 25 fermi eseguiti (alcuni dei quali non convalidati). Misure cautelari reiterate lo scorso febbraio con 23 ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip distrettuale di Catanzaro nei confronti di altrettanti indagati. A vario titolo sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti aggravata dalle modalità mafiose e dalla detenzione di armi. L'inchiesta  “Ossessione”  ha consentito di disarticolare un'organizzazione estremamente complessa dietro cui ci sarebbe stata la “regia” dei Mancuso di Limbadi.

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