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A Pizzo via libera all'intitolazione di una scalinata a Gioacchino Murat

Gioacchino Murat

Manca soltanto l’inaugurazione per ufficializzare la “Scalinata Gioacchino Murat” a Pizzo perché il prefetto di Vibo ha già dato il placet per la sua intitolazione in memoria del “re straniero”. Così, dopo oltre due secoli, Gioacchino Murat avrà anche uno spazio cittadino a suo nome, oltre al castello, luogo della sua fucilazione.

Nella fattispecie si tratta della scalinata che congiunge piazza della Repubblica a via Anile ed ora, acquisito il decreto di approvazione si passa alla fase successiva e, pertanto, il sindaco Gianluca Callipo, adesso dovrà provvedere a dare esecuzione al decreto prefettizio. Era da anni che il Comune si era mosso in questa ottica, sollecitato anche dal sodalizio “Murat onlus” presieduto da Giuseppe Pagnotta.

Sarà proprio nel corso delle Giornate murattiane che si terrà la cerimonia di intitolazione. La richiesta era stata avanzata nel corso del primo mandato elettorale della giunta Callipo e, in prefettura, una volta ottenuto il parere favorevole dalla Deputazione di Storia Patria per la Calabria e dalla soprintendenza Archeologia, Belle Arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e provincia di Vibo Valentia, il prefetto ha accolto la richiesta e dunque, attraverso un decreto, ha autorizzato l’intitolazione della scalinata in sua memoria.

«Finalmente - rileva Pagnotta - dopo oltre due secoli, a Pizzo un tratto di pubblica strada sarà dedicato alla memoria del re Gioacchino Murat. Si tratta di un pezzo del percorso che unitamente ai suoi uomini seguì la mattina dell’8 ottobre del 1815 per raggiungere la Piazza del Mercato salendo dal porto della Marina dove era sbarcato verso le ore 10 del mattino con i pochi uomini rimasti della spedizione che aveva organizzato per la riconquista del Regno di Napoli».

«La Scalinata – evidenzia - parte da Piazza della Repubblica ed attraverso una serie continua di grandi gradoni raggiunge il Porto di 4° classe della Marina di Pizzo. Murat la percorse due volte, e in entrambi i casi sempre in salita: dapprima da Re (anche se ormai fuggiasco) con i suoi uomini che armati raggiunsero la Piazza; ed una seconda volta da prigioniero dopo l’arresto alla Marina per essere condotto alle prigioni del castello».

Inoltre, Pagnotta puntualizza che «si tratta di un tratto di strada importantissimo per la storia di Pizzo e della Calabria intera, che con questa intitolazione si vuole valorizzare nella speranza che lo si faccia giungere fino alla Marina, in modo da ricomprendere tutto il tratto effettivamente percorso dal Re di Napoli Gioacchino Napoleone».

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