«Un anno difficile per l’alta conflittualità tra le amministrazioni pubbliche forse legata anche alle prossime scadenze elettorali». Così il presidente del Tar, Vincenzo Salamone, ha definito il 2018 alla cerimonia di apertura del nuovo anno giudiziario, l'ultima sotto la sua governance avendo il magistrato chiesto e ottenuto il trasferimento in altra sede. A innescare il corto circuito nella gestione della cosa pubblica in Calabria è stata l'attività legata al contrasto della criminalità organizzata sul duplice fronte delle interdittive antimafia e dei contenziosi scaturiti dagli scioglimenti per infiltrazione mafiosa dei Comuni di Lamezia Terme e Marina di Gioiosa, clamorosamente annullati dal Tar Lazio. Causa di tensioni e conflitti anche il «grosso dramma della sanità - ha ammesso il presidente Salamone - che ha visto i commissari Scura prima e Cotticelli poi fronteggiare l'enorme contenzioso instaurato dalle strutture accreditate sui tetti di spesa per l'acquisto, da parte della Regione, delle prestazioni da privato». Mentre resta irrisolto il conflitto tra Regione e Commissario ad acta (giusto di recente il governatore Oliverio ha adito la Corte costituzionale contro la nomina di Cotticelli e Schael) e permangono caos e ritardi causati dalle interferenze del potere politico, che nomina e quindi orienta, spesso in senso opposto riguardo alle direttive commissariali, i direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere. L'articolo completo nell'edizione della Gazzetta del Sud in edicola domani.