Fondi pubblici che sarebbero stati utilizzati più per fini di propaganda politica che per attività istituzionale del gruppo del Popolo delle libertà in Consiglio regionale. Per questo motivo Luigi Fedele, ex assessore e consigliere a Palazzo Campanella, è stato condannato dalla Corte dei Conti a rimborsare 260 mila euro alla Regione. E con una seconda sentenza del 18 dicembre scorso sono stati ritenuti colpevoli della non corretta gestione dei fondi anche Giovanni Nucera, Pietro Aiello, Gianpaolo Chiappetta e di nuovo lo stesso Fedele. E a quest’ultimo poteva andare peggio perché la procura regionale aveva chiesto la condanna a 415mila euro. Come si legge sulla Gazzetta del Sud, la vicenda trae origine dall'inchiesta della Guardia di Finanza per la quale è in corso anche il procedimento penale. Proprio su questo aspetto del processo pendente, sulla presunta mancanza di titolarità dei giudici contabili a esaminare il caso, sul mancato rapporto con la Regione di Fedele e in generale sulla legittimità delle spese eseguite si è basata la difesa di Fedele ma secondo i magistrati contabili le eccezioni non sono fondate e vengono censurate le spese anche per 70 persone, i pranzi nel ristorante riconducibile al figlio nell'area di Sant'Eufemia d'Aspromonte, l'acquisto di cravatte e l'organizzazione di un pullman per un meeting politico nel 2011. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud in edicola