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Dottoressa aggredita a Crotone, Fp Cgil medici: "Fatto vergognoso"

"Non molto tempo addietro, come Fp Cgil Medici del comprensorio di Catanzaro-Lamezia, avevamo denunciato lo stato di profondo degrado in cui era precipitata la professione in tema di considerazione sociale e di rispetto che, una professione di cosi' alto profilo, dovrebbe avere quasi a guisa di patrimonio genetico. I fatti, come sempre, ci danno ragione e la vergognosa aggressione di cui è stata vittima la collega di Crotone, ha dolorosamente confermato l'ampiezza della nostra visione". Lo afferma in una nota Ivan Potente, coordinatore Fp Cgil Medici Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia.

"L'episodio, oltreché denunciare ancora come e quanto, per motivi legati ad incapacità della struttura gestionale cui sono affidate le nostre aziende, tutto si ripercuota su chi è in prima linea a fare assistenza e a provare a dar risposte alle necessità sanitarie dei cittadini - prosegue - ha evidenziato un ulteriore aspetto drammatico: l'indifferenza. È proprio così: il medico veniva violentemente e scientemente aggredito da un italico delinquente senza che nessuno, tra quelle italiche genti che più di altre possono a ben donde vantare illustri passati di cultura e civiltà, si sentisse in obbligo di intervenire per fermare quel delirio di violenza. Su un episodio simile si impongono alcune riflessioni: non cadiamo nella trappola buonista della derubricazione del gesto alla momentanea follia o, peggio, alla reazione esagerata per un fatto pregresso che potrebbe aver lasciato, chissà come e perché, un reliquato psicologico nell'aggressore".

"Il fatto in sé, senza essere degli illustri giuristi, non si è trasformato in un evento pienamente luttuoso solo per l'intervento di un 'salvatore' cui dire un semplice grazie è troppo poco, non fosse altro per la lezione di civiltà impartita a tutti. Pertanto ci sentiamo di 'pretendere' che chi delinque, come l'aggressore, frequenti le patrie galere per un periodo adeguato senza sconti. Dopodiché, coloro che come noi continuano a svolgere una professione ad alto valore sociale quale quella del Medico, recuperino il pieno quanto sano orgoglio nell'indossare quel camice che è veste avente in se un valore aggiunto innegabile, quello del donarsi completamente a favore di chi tutti i giorni, in ospedale come sul territorio, si rivolge al Ssn per trovare risposte di salute. Sappiamo bene che la gran parte dei medici opera con sacrificio e abnegazione, senza risparmiarsi mai e spesso mettendo a rischio anche il proprio vivere quotidiano in una regione dove solo la grande professionalità dei medici pone un minimo di freno alla deriva cui assistiamo da tempo".

Una professione siffatta ha una dignità tutta sua che trova conferma nella quotidianità del proprio operare e che nessuno potrà mai smontare con o senza cacciavite. Vieppiù un'ultima considerazione: siamo una regione che, come noto a tutti, eccelle sempre negli ultimi posti di tutte le classifiche, stavolta però rischiamo seriamente di essere primi. Si avete compreso bene: primi nell'indifferenza e nella tolleranza alla violenza". "Quale futuro ci aspetta - conclude - se, oltreché importare manodopera, siamo alfin costretti ad importare anche senso civico e dovere sociale? Cosa è rimasto di quella Magna Graecia genetica dalla quale noi tutti calabresi discendiamo? Forse nulla neanche quell'ultima colonna del tempio".

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