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Rifiuti speciali smaltiti illegalmente, business milionario: blitz a Reggio con 36 indagati

Rifiuti speciali conferiti e stoccati in modo illecito. E' l'accusa della Procura di Reggio Calabria, nei confronti di 36 persone, coinvolte a vario titolo in una mega indagine dei carabinieri, che vede coinvolte due grosse aziende del territorio ma anche piccoli conferitori molti dei quali, dicono gli investigatori, senza alcuna autorizzazione.

Nel corso dell’operazione, denominata “Dirty Iron”, che vede coinvolti il gruppo carabinieri Forestale di Reggio Calabria e il comando provinciale, sono state sequestrate la “Ferro Sud srl” e “Lo.Ca.Fer srl”, entrambe con sede operativa nel comune di Siderno ed operanti nel settore dei rifiuti speciali. Un provvedimento disposto dal sostituto procuratore Antonella Crisafulli e dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo.

Dalle indagini, su disposizione della Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione distrettuale antimafia, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, emerge che la Ferro Sud rappresentava il fulcro di un’attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti speciali, "alla quale - dicono gli investigatori - hanno fornito un concreto e sistematico contributo numerosi soggetti terzi, anch’essi deferiti, in concorso con gli amministratori delle ditte.

Alla Ferro Sud sarebbero arrivate tutti i giorni tonnellate di rifiuti speciali conferiti sia da ditte (molte delle quali sprovviste della dovuta iscrizione all’Albo nazionale dei gestori ambientali), sia da privati.

"Molti dei conferimenti in entrata di rifiuti alla sede aziendale - viene fuori dall'inchiesta - non risultavano essere mai stati annotati negli appositi registri di carico, con inevitabile pregiudizio alla tracciabilità dei rifiuti stessi".

I rifiuti arrivavano anche da raccoglitori ambulanti e da persone non autorizzate a svolgere attività di raccolta e trasporto e portati a Siderno "dietro corrispettivo in denaro, quantificato in base alla tipologia e al peso del rifiuto consegnato, per poi essere destinati ad altri cicli produttivi, senza subire alcun preliminare trattamento di recupero".

I rifiuti, tali e quali, anche contaminati da sostanze pericolose, sarebbero poi stati avviati ad altri comparti produttivi, rischiando di inficiare la qualità del prodotto finale di settori strategici dell’industria nazionale, oltre a costituire fonte di pericolo per la salute pubblica.

Un’operazione che ha condotto al sequestro, disposto dal Sostituto Procuratore Antonella Crisafulli e dal Procuratore Aggiunto Giuseppe Lombardo, delle ditte FERRO SUD e LO.CA.FER di Siderno, unitamente ai relativi beni aziendali e ai conti correnti bancari, nonché ad ulteriori sedici misure cautelari reali eseguite nei confronti di soggetti implicati, a vario titolo, nella vicenda.

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