Cemento e mattoni. Piazzati in ogni angolo del territorio calabrese: aree costiere, zone montane, perimetri fluviali, centri storici. Il risultato? Un disastro ambientale che ha alterato lo scenario naturale e inquinato le bellezze – a sentir Leonida Répaci – «inventate da Dio quando decise di creare la Calabria». La cementificazione selvaggia è spesso madre dei fenomeni di dissesto idroelogico e di immani tragedie. Nonostante gli interventi della magistratura e le ordinanze di demolizione emesse in più occasioni poco si è fatto per rimuovere e abbattere i manufatti abusivi. Molti ordini di demolizione sono rimasti ineseguiti ed i pochi applicati hanno determinato addirittura l’impiego del Genio militare. Secondo Legambiente in Italia più dell’80% degli immobili abusivi è ancora in piedi.