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Tropea, ragazzi costretti a baciare i piedi a un loro coetaneo dopo una lite

Ragazzi costretti a baciare i piedi a un loro coetaneo dopo una lite

Umiliati e offesi nella loro dignità di adolescenti. Costretti a inchinarsi davanti a un coetaneo e a baciargli i piedi.

Una lite fra minori, originatasi per futili motivi e presto degenerata con l’intervento di due adulti, accende prepotentemente i riflettori sulla comunità di Tropea. La vicenda inquietante e dal forte impatto sociale, è venuta alla luce grazie alla denuncia di una madre, su quanto accaduto, al Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Antonio Marziale. «Un gruppetto di bambini tra i 12 e i 13 anni – ha spiegato Marziale, attingendo alla narrazione della denunciante – sono stati costretti a inchinarsi e baciare i piedi ad un loro coetaneo dopo un’ordinaria lite, tipica di quell’età. Ad esigere il gesto – ha specificato la donna nella missiva – è stato un padre che, a suon di pugni sul viso e calci sulla schiena, ha mandato in ospedale un genitore sceso in strada per proteggere il proprio figlio. Il tutto, è avvenuto sotto gli occhi atterriti della moglie che in quel momento era affacciata sul balcone». Una rissa costata al povero malcapitato la perforazione del timpano dell’orecchio destro e una sublussazione alla spalla. «Nella denuncia della donna, si narra che una pattuglia dei Carabinieri, giunta sul luogo, ha invitato i bambini a tornare a casa, rassicurandoli che nulla più sarebbe loro occorso e considerata l’ora, verso la mezzanotte tra il 29 ed il 30 agosto, avrebbero invitato i genitori a recarsi a denunciare l’indomani mattina». Aver appreso questi fatti, ha dunque suscitato profondo sconcerto nel Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione , il quale ha precisato: «In decenni di attività nell’ambito della tutela dei minori, raramente mi è capitata una storia così tanto singolare e violenta. Quanto accaduto ha veramente dell’inquietante – ha dichiarato Marziale al nostro giornale –, ed è un fatto di devianza inaudito sul quale si andrà molto a fondo da questo momento in poi perché fatti del genere non devono assolutamente mai accadere. L’umiliazione di un minore, specie se perpetrata da adulti, è un fatto gravissimo sul quale bisogna vigilare molto attentamente».

La segnalazione della donna, «è corredata da altri particolari a dir poco deplorevoli – ha poi aggiunto Marziale – come lo strappo di una catenina d’acciaio dal collo di uno dei bambini, “reo” di essersi rifiutato alla richiesta di tanta umiliazione, cagionato sempre dall’uomo che, ho appreso dai carabinieri stessi – evidenzia – non sarebbe nuovo ad episodi similari». L’altro fatto eclatante che emerge, riguarda «tra l’altro, alcuni genitori che hanno preferito non denunciare, giacché soltanto turisti di passaggio, così da non lasciare strascichi di una violenza destinata ad imprimersi nelle corde emotive dei malcapitati bambini, alcuni dei quali per paura non stanno più frequentando il gruppo scout cui sono iscritti».

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