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Traffico di droga, 52 provvedimenti cautelari

Traffico di droga, 52 provvedimenti cautelari

Dalle prime luci dell'alba 500 tra poliziotti e carabinieri stanno dando esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Catanzaro su richiesta della procura di Catanzaro DDA nei confronti di 51 soggetti resisi responsabili a vario titolo dei reati di produzione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. L'indagine ha disarticolato una potente associazione operante nella zona sud del capoluogo. Tutti i dettagli saranno forniti in una conferenza stampa che avrà luogo alle ore 11 presso la procura

Avevano dato vita ad una vera e propria holding dello spaccio suddivisa in tre livelli, fornitori, grossisti e spacciatori al minuto, le persone arrestate stamani a Catanzaro nel corso dell'operazione "Passo di Salto" condotta congiuntamente da Carabinieri e Polizia con il coordinamento della Dda. L'organizzazione, secondo l'accusa, vantava un sostanziale monopolio del business in città e nei centri del litorale ionico catanzarese, con stretti legami, per quanto riguarda i canali di approvvigionamento, con potenti famiglie di 'ndrangheta della Locride e del Crotonese. L'operazione racchiude vari filoni di indagine condotti separatamente dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Catanzaro e dalla Squadra mobile della Questura di Catanzaro. Le attività sono autonomamente e parallelamente scaturite da acquisizioni del Commissariato della Polizia di Stato del quartiere Lido e della Stazione Carabinieri della stessa zona. Dalle indagini, condotte con un ampio ricorso ad intercettazioni ambientali, veicolari e telefoniche oltre che a riprese filmate con telecamere nascoste, è emersa una peculiare modalità operativa del gruppo: la cessione in conto vendita della droga, il cui regolare pagamento era garantito dalla forza di intimidazione esercitata dal sodalizio sugli spacciatori al dettaglio e sui consumatori. Un contributo alle indagini è venuto anche da uno dei capi dell'organizzazione, Santino Mirarchi, divenuto collaboratore di giustizia nel 2016 e le cui dichiarazioni hanno arricchito e completato il quadro probatorio già acquisito dagli investigatori

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