Ha salvato il Catanzaro dal fallimento, quindi un passo alla volta ha costruito la squadra che ha riportato club, città e tifosi in Serie B. Ambizioni e sostenibilità, programmare senza fare il passo più lungo della gamba, perché poi l’obiettivo di fondo sono stabilità e serenità nel presente e nel futuro. Martedì sera Floriano Noto è diventato il terzo presidente più longevo della storia giallorossa, numero uno da 279 partite in poco meno di sette anni. E nelle sue 143 vittorie (con 63 pareggi) c’è pure il derby d’andata, un 2-0 in un “Ceravolo” soldout e con un gruppo che da inizio torneo è in zona playoff.
Che idea si è fatto del campionato delle Aquile e dove pensa possano arrivare?
«È una squadra dai valori importanti per gioco e prestazioni. Per molti calciatori è la prima volta in B, però hanno dimostrato di poterci stare. Quanto all’obiettivo, ora che la salvezza è virtualmente centrata, mi auguro di confermare questa posizione, magari dal sesto posto in su».
Il derby al “Marulla” è il secondo stagionale, potrebbe non essere l’ultimo se andassero entrambe ai playoff.
«Stimo molto Guarascio, siamo amici e gli auguro di centrare la qualificazione. E poi perché no? Anche un altro derby andrebbe bene».
Intanto bisogna prima giocare questo: che gara si aspetta?
«Molto combattuta, da affrontare con grande attenzione e col massimo impegno perché l’avversario è molto forte, ben assortito, ha elementi di grande valore in tutti i reparti. Il rischio è dietro l’angolo, ma il mister e i ragazzi sanno benissimo quanto tiene la città al vero derby di Calabria. Mi auguro anche una bella giornata di sport, senza problemi di ordine pubblico, che non penso si verificheranno».
Prima dell’andata ha detto che sperava in un gol di Iemmello ed è stato accontentato. Stavolta?
«Iemmello può sempre essere decisivo, ma non lo carico di responsabilità, né deve segnare per forza. A noi e a lui interessa portare a casa i tre punti, per quanto mi riguarda potrebbe farlo il portiere Fulignati».
Ha parlato con la squadra di questa partita?
«Certo, l’ho fatto lunedì prima ancora che giocassimo col Bari. Diciamo che volevo portarmi avanti».
Ha potuto portarsi avanti anche perché il Catanzaro va sul velluto e in classifica non ha più pressioni.
«Stiamo vincendo lo scudetto dei poveri, cioè il campionato alle spalle delle prime cinque, marziane, che hanno speso tantissimo. Anzi, dietro di noi abbiamo qualcuno che non sta rendendo per come ci si aspetterebbe dal suo nome e dal suo budget».
Sorpreso dall’ottimo impatto di Antonini e Petriccione?
«No, per niente. Antonini lo seguivamo da un anno, ha ancora grandi margini di crescita e ci puntiamo come riferimento futuro. Petriccione ha esperienza da vendere, è stato per anni in B e in A, è un calciatore che mi è sempre piaciuto. Anche a Vivarini».
Crescono esponenzialmente anche i giovani: soddisfatto?
«Sì, e Vivarini sta facendo bene a creare il turnover con loro, chi subentra ha le stesse responsabilità del titolare. I ragazzi sono molto validi, alcuni di loro sono anche nel giro delle nazionali, ci auguriamo che continuino così, magari dandoci ulteriore slancio in queste ultime undici gare».
Sa che il Catanzaro non vince un derby di campionato in trasferta dal 1986 e in B non l’ha mai fatto?
«In questi anni abbiamo battuto diversi record e cancellato tabù. Possiamo infrangere anche questo».
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