Cosenza-Catanzaro, derby di Di Marzio. Gianluca: “Papà lo vedrebbe a casa, vicino a me. Portò lui Vivarini... in rossoblù. Occhio a Cimino, lo vogliono in A”
Da quando il pallone è pallone, Catanzaro e Cosenza sono come due rette che non si incrociano. Non lo hanno mai fatto e non lo faranno mai. Eppure, oltre alla calabresità, un punto di contatto tra le due anime così tanto distanti, c'è. E ha un nome e un cognome: Gianni Di Marzio. Il compianto Seminatore d'oro che vinse sia da una parte che dall'altra. Anche oggi, se fosse in vita, farebbe fatica a scegliere. Vale lo stesso per il figlio Gianluca, che da Di Marzio senior non ha ereditato solo il cognome e la grande passione per il calcio (che non ha fatto sfociare in campo, ma vi è andato molto vicino: è uno dei giornalisti di punta di Sky Sport) ma anche l'amore e il rispetto per Cosenza e Catanzaro.
La partite del cuore
«Adesso tocca a me», esordisce Di Marzio junior, «rispondere alle telefonate dei giornalisti alla vigilia delle partite così importanti. Ricordo che lui studiava i calendari per capire quali potessero essere le gare “del cuore” e attendeva la telefonata dei cronisti. Che puntualmente arrivava. Eppure, quando rispondeva agli interlocutori non lo faceva con nostalgia del passato: era un uomo concentrato sul presente e proiettato sul futuro».
Un cuore diviso a metà
«Mio padre Gianni amava la Calabria, in special modo queste due realtà.Credo che non avrebbe visto il derby allo stadio, anzi: ne sono sicuro. Semmai sarebbe stato al mio fianco, con me si confrontava spesso e io ne approfittavo per ottenere consigli tattici. Ma no, non sarebbe stato sugli spalti per evitare di fare un torto all'una o all'altra tifoseria: le adorava entrambe, ed entrambe lo adoravano perché vinse qualcosa di importante sia a Catanzaro che a Cosenza. Un gran peccato che la gara non sia aperta al 100 per 100 a entrambe le tifoserie, si tratta di componenti mature che avrebbero dimostrato come ci si possa confrontare in maniera civile anche nella rivalità».
Due squadre da playoff
«Catanzaro e Cosenza meritano la posizione occupata, perché hanno lavorato bene sul mercato e hanno due bravi allenatori. Conosco Vivarini che, ironia della sorte, mio padre portò a giocare dal Pescara... al Cosenza. I rossoblù sono guidati da un tecnico giovane e all'altezza come Caserta: solitamente chi inizia la stagione con l'obiettivo di salvarsi punta molto sulla difesa, mentre lui ha un grande attacco e una mentalità offensiva: più di quella mostrata negli anni precedenti».
Mercato sornione e un giocatore osservato dai ds di serie A
«Sarà difficile migliorare due squadre che viaggiano così bene, ma molto dipenderà se ci saranno, ad esempio, defezioni. Altrimenti, magari, i due ds - grandi lavoratori del calibro di Magalini e Gemmi - andranno a caccia di qualche occasione proposta dal mercato. Semmai, però, dovranno guardarsi dagli assalti ai rispettivi gioielli. Vi posso dire che su diversi taccuini degli osservatori di squadre di serie A è finito il nome di Baldovino Cimino, esterno destro classe 2004 del Cosenza, che in molti già paragonano al nuovo Di Lorenzo».
Quanto pesa il risultato del derby sulla stagione di Cosenza e Catanzaro
«Non contaerà emotivamente solo se finirà in pareggio. In caso di vittoria del Cosenza, verrebbe inferto un duro colpo al Catanzaro, che sarebbe alla quarta sconfitta di fila, e dal canto loro i rossoblù continuerebbero la loro corsa. In caso di successo dei giallorossi, sarebbe un risultato importante perché arriverebbe dopo tanto tempo. Sì, un risultato pieno avrebbe un gran peso specifico».