Il fondatore ed editore dell’Adnkronos, Giuseppe Pasquale Marra, insignito del "Premio eccellenze calabresi Antonio Serra" "per aver contribuito, con il suo brillante percorso professionale, a diffondere l'immagine positiva del proprio territorio e della propria azienda", come si legge nella motivazione. Il prestigioso riconoscimento, nato per iniziativa della Camera di Commercio di Cosenza, è intitolato all'economista e filosofo cosentino Antonio Serra e ha l'obiettivo di dare lustro a quei conterranei che, come lui, si siano distinti per l’importanza delle iniziative e per l’eccellenza delle loro opere. Quest'anno, dunque, a essere premiato quale 'eccellenza calabrese' è stato il Cavaliere del Lavoro Giuseppe Pasquale Marra, che ha ricevuto il premio direttamente dalle mani del presidente della Camera di Commercio di Cosenza, Klaus Algieri, il quale ha voluto sottolineare proprio il prezioso contributo dato, attraverso la sua attività editoriale e imprenditoriale, all'immagine della Calabria in Italia e nel mondo. Come spiega il presidente Algieri, “la valorizzazione del patrimonio culturale e, più in generale, del patrimonio immateriale di cui è ricco il nostro territorio è uno dei fini istituzionali della Camera di Commercio".
"L'economista Antonio Serra - ricorda - è uno dei nostri personaggi più illustri e il trattato di economia per il quale è noto appare pervaso d'una lungimirante modernità in un secolo come il '600 che fu 'buio' anche per la scienza economica, in un Regno di Napoli sotto il giogo della dominazione spagnola. Per questo motivo, abbiamo pensato che non potesse esistere riconoscimento migliore per tutti quei calabresi che con passione e dedizione lavorano e si adoperano per il bene e per la diffusione delle eccellenze della nostra terra". Il riconoscimento vuole far conoscere meglio la figura di Antonio Serra, che può essere considerato il primo economista italiano, nel vero e proprio senso moderno del termine, dotato di una lungimiranza fuori dal comune e dalla sua epoca. Vissuto a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, nel 1613 diede alle stampe a Napoli, presso il tipografo Lazzaro Scorriggio, un 'Breve trattato delle cause che possono fare abbondare li regni di oro ed argento, dove non sono miniere, con applicazione al regno di Napoli', per il quale gli è riconosciuto da più parti il merito di essere stato il primo ad aver trattato principi di economia e politica economica che si sarebbero affermati più tardi e di aver dato, così, un contributo significativo alla nascita della scienza economica.
L'opera si divide in tre parti: nella prima, ricerca e determina le ragioni della ricchezza; nella seconda, dimostra l'ininfluenza del cambio sulla stessa; e nella terza parte esamina i rimedi che si possono porre in essere, nella sua epoca, per arginare la penuria di denaro. Il testo fu "scoperto" dall'abate Galiani e fu introdotto in una sua opera intitolata 'della Moneta' nella seconda edizione del 1780. Lo stesso affermava di averne, probabilmente, la sola copia esistente già al tempo e che rischiava di rimanere nell'oblio. Al momento, ne esistono in Italia tre copie, una presso la biblioteca Ambrosiana di Milano e due presso la Nazionale di Napoli, mentre una quarta si trova a Parigi. È ragionevole pensare che Serra scrisse altre opere che purtroppo sono andate perdute e null’altro o quasi conosciamo della sua vita e della sua formazione se non che, contemporaneo di Tommaso Campanella, secondo alcune fonti al momento senza fondamento, sarebbe stato legato alla rivolta promossa dal frate contro gli spagnoli.
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