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Subito al lavoro per evitare un’altra figuraccia

Subito al lavoro per evitare un’altra figuraccia

Rimediare alla figuraccia? Non si potrà. Quantomeno, però, bisognerà evitare di incappare in un altro scivolone. Dalle parti dello stadio “Marulla”, dunque, si lavorerà con la consapevolezza di non poter più sbagliare dopo quanto accaduto sabato scorso. A prescindere dalla decisione che assumerà il Giudice sportivo (lo 0-3 sembra l’unico scenario ipotizzabile, almeno in prima battuta) – ma questa è un’altra storia – si dovrà lavorare sodo per far sì che il prato cosentino sia a prova di… arbitro. E, soprattutto, possa garantire l’incolumità dei giocatori, la buona giocabilità del match nonché – solo in ultima fase – un effetto cromatico dignitoso. Aspetti che dovranno combaciare necessariamente sabato 22 alle 18, quando al “Marulla” scenderanno in campo (si spera) Cosenza e Livorno, in occasione della quarta giornata del campionato di serie B. Il tempo, stavolta, non manca. Non si dovrà lavorare con l’acqua alla gola ma ogni singolo passo, soprattutto alla luce dell’evento tragicomico del primo settembre, dovrà essere mosso con estrema cautela. Gli occhi di mezza Italia (forse anche qualcuno in più) sono puntati sulla città dei Bruzi. Da Palazzo dei Bruzi, in primis il sindaco Occhiuto e l’assessore allo sport Vizza, non riescono a darsi pace per quanto accaduto, convinti che il provvedimento assunto dal direttore di gara Piscopo di Imperia sia stato eccessivo. A maggior ragione c’è la convinzione che in occasione della quarta giornata di campionato, complice la pausa delle Nazionali e la trasferta sul campo del Cittadella, non ci saranno assolutamente problemi. Metterci la mano sul fuoco, però, potrebbe essere pericoloso. Perché la pelle dei cosentini, dagli amministratori ai tifosi, è rimasta scottata. Molto. Si procederà con grande oculatezza. Punto primo: il manto erboso riposerà quanto necessario (operazione accorciata nella scorsa settimana per via dell’imminenza di Cosenza-Verona) e si procederà alla semina. Ci saranno poco meno di tre settimane per tirare a lucido il campo e completare altri piccoli lavori (punto secondo) che dovrebbero ridare dignità al contesto: le sedie provvisorie piazzate negli spazi riservati alle panchine, per esempio, spariranno per far posto alle poltroncine “d’ordinanza”. Proseguiranno anche i lavori di restyling sugli spalti dello stadio. Accorgimenti che, stando al parere positivo fornito dalla Commissione provinciale di vigilanza, non erano stati ritenuti impellenti nell’ottica esordio contro il Verona. Ci si concentrerà, in particolar modo, sulle due curve (c’è da completare un cuscinetto nella Nord e dare un colpo d’occhio cromatico differente, come avvenuto per le due Tribune, ad entrambi i settori) mentre per l’inserimento dei seggiolini si potrà attendere ancora qualche mese. A ogni modo, l’unica soluzione per levarsi dalle spalle l’ingombrante scimmia rappresentata dalla figuraccia di sabato sarà quello di tornare sul luogo del “delitto” e far sì che tutto proceda secondo quanto richiesto. Nei protagonisti dell’assurda vicenda (il Cosenza oltre al Comune, in primis) continua ad albergare la convinzione che le condizioni per poter disputare Cosenza-Verona ci fossero tutte. Soprattutto alle luce di quanto accaduto a Lecce e Pescara, campi inospitali fino a poche ore prima dal fischio d’inizio della gara, resi decenti e “giocabili” a ridosso dell’avvio. A tal proposito, però, l’agronomo della Lega, Giovanni Castelli, che ha effettuato un sopralluogo anche al “Via del Mare” di Lecce, ha parlato di situazioni differenti rispetto a Cosenza. Ciò che l’occhio suggerisce, spesso, non basta. E nel caso bruzio, forse, l’occhio del padrone ha ingrassato il cavallo, facendo sembrare il prato del “Marulla” più verde e giocabile di quello che fosse nella realtà.

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