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I diktat della Regione a Trenitalia

I diktat della Regione a Trenitalia

Non mancano le spine nel rapporto tra Regione e Trenitalia per la gestione dei servizi ferroviari sulla rete nazionale che collega la Calabria e che, appena qualche settimana fa, ha rischiato di vedere interrotta la circolazione. Accanto infatti ai tanti nodi da sciogliere a livello infrastrutturale e di servizio, con carenze che negli ultimi anni si sta cercando di recuperare a suon di maxi-investimenti, vi sono quelli che nascono dalle contrattazioni che mirano a garantire i trasporti.

Quello tra Regione e società ferroviaria (sia Trenitalia che Rfi) è in effetti un rapporto che va avanti praticamente da sempre, fondato su accordi e convenzioni. Al centro delle recenti criticità è stato proprio il contratto relativo ai servizi ferroviari, affidati a Trenitalia nel 2011 con un accordo poi rinnovato per il biennio 2015-2017. Quello in corso è dunque un “extra”: a fine dicembre 2017 è stata fatta una prima proroga di durata semestrale, alle stesse condizioni del precedente affidamento. Tali condizioni sono state richiamate nella successiva proroga, sulla quale però Trenitalia ha espresso un netto dissenso rispetto alle condizioni economiche proposte dalla Regione, che per il servizio riceve dei fondi statali nell’ambito del concorso finanziario agli oneri del trasporto pubblico locale.

Il contratto di servizio del 2011 prevede che “dopo sei mesi dalla scadenza le parti devono concordare le condizioni tecniche, economiche e finanziarie del periodo di continuità del servizio”. E stando alle comunicazioni e agli incontri intercorsi tra amministrazione regionale e dirigenti di Trenitalia, non è stata raggiunta una soluzione condivisa tale da configurare una proroga consensuale del contratto di servizio.

A questo punto, in assenza di un punto d’incontro, il rischio sarebbe stato quello di vedere possibili ripercussioni sullo svolgimento del servizio; un’ipotesi scongiurata dal ricorso da parte della Regione a quanto previsto dall’art. 5 del regolamento CE n. 1370/2007, con l’imposizione dell’obbligo di garantire il servizio nei limiti della copertura finanziaria per il 2018. Il regolamento afferma che “l’autorità competente può prendere provvedimenti di emergenza in caso di interruzione del servizio o di pericolo imminente di interruzione”, procedendo a un’aggiudicazione diretta di un contratto di servizio pubblico o alla proroga consensuale di un contratto di servizio pubblico oppure, ed è stata questa la formula individuata, a un’imposizione dell’obbligo di fornire determinati servizi pubblici.

Il provvedimento “d’imperio” potrà essere superato nel caso in cui venga raggiunto un accordo successivamente oppure si concluda entro l’anno in corso la procedura di affidamento diretto del servizio ferroviario, per il quale è stato già stato pubblicato un avviso di pre-informazione. Nel frattempo a settembre scadrà questa proroga e bisognerà vedere se le parti troveranno un accordo oppure si dovrà ricorrere ancora una volta alla normativa europea per scongiurare interruzioni di servizio.

Una situazione che suona un po’ bizzarra se si considera che, comunque, l’intenzione della Regione è quella di procedere dal 1 gennaio 2019 con un affidamento diretto a Trenitalia per un periodo complessivo di 15 anni, come proposto dalla società stessa.

L’obiettivo delle trattative è quello di dare un servizio efficiente e soprattutto al passo con i Paesi più avanzati. Troppo spesso in Calabria i collegamenti regionali sono stati additati, il più delle volte a ragione, come inadeguati: in particolare sulla linea jonica hanno viaggiato (ma viaggiano tuttora, accanto a materiale rotabile rinnovato) carrozze e locomotori datati, per giunta su un binario unico. Basterebbe poi anche solo ricordare di sfuggita la tragedia avvenuta nelle scorse settimane a Brancaleone, dove un treno ha travolto e ucciso due bambini, ferendo gravemente la loro madre, in un tratto sprovvisto di barriere che delimitassero la strada ferrata. Certo, tutto questo non rientra nell’ambito dei servizi di Trenitalia, riguardando l’aspetto infrastrutturale oggetto di altri accordi della Regione, ma descrive molto bene la situazione della fascia jonica. Con il calo del traffico passeggeri negli ultimi vent’anni, la sensazione avuta da parte degli utenti è stata quella di un inesorabile abbandono: stazioni chiuse, tempi lunghi anche per spostamenti intraregionali, pochi treni a disposizione. Con l’accordo da 15 anni si punta dunque a investimenti consistenti che dovranno portare a un livello superiore del servizio, ammesso che tra Regione e Trenitalia, stavolta, l’accordo venga trovato senza dissensi di sorta.

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