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La ’ndrangheta alla riconquista del Canada

La ’ndrangheta alla riconquista del Canada

Una guerra di successione. Combattuta dai calabresi della ’ndrangheta – eredi di Vic Cotroni e Paul Violi capi della mafia italo-canadese fino al 1978 – contro i siciliani della “Sesta famiglia” storicamente dominata dai Rizzuto ed i Cuntrera-Caruana. Una guerra che investe l'Ontario e il Quebec e le città con il maggior numero di italiani: Toronto, Montreal, Laval, Hamilton, Woodbridge e Vaughan. Tutto nasce quando Vic Rizzuto, capo dei capi degli “uomini d'onore” in Canada, finisce in manette per scontare una vecchia condanna per l'omicidio di tre “sottocapi” della famiglia Bonanno, eliminati negli anni 80 in un club di New York. I “nemici” vecchi e nuovi del “godfather” ne approfittano per scalzarlo e uccidono il figlio, Nick Rizzuto junior, il padre, Nick senior, il cognato, Paolo Renda e il “consigliere” Agostino Cuntrera. Quando tutto sembra ormai perduto, però, “don Vito” viene scarcerato dagli americani e, nel 2012, torna in sella. E organizza con cieco furore la sua vendetta. Vengono subito eliminati il napoletano Joe Di Maulo, il pugliese Emilio Cordeleone e il calabrese Vincenzo Scuderi. Un altro “picciotto”, Tony Callocchia, viene ridotto in fin di vita mentre cena in un ristorante; altri due, Giuseppe Colapelle e Gaetan Gosselin, sono massacrati senza pietà, mentre scompare per lupara bianca Giuseppe “Joe” Renda. Ma non è finita. In Sicilia, precisamente a Bagheria, vengono assassinati nel 2013 Juan Ramon Fernandez detto “Joe bravo”, per lungo tempo vicino a Vic Rizzuto, e il suo guardaspalle Fernando Pimentel. “Joe bravo” aveva tradito Rizzuto passando con gli avversari e si era rifugiato nell’isola di Trinacria dopo la sua espulsione dal Canada. Infine, a tre anni esatti di distanza dalla morte del capostipite Nick Rizzuto, sotto i colpi dei killers davanti ad un ristorante italiano di Acapulco (Messico) cade il calabrese originario di Rovito, Moreno Gallo, che era stato un tempo in affari con la “Sesta famiglia” prendendone poi le distanze. La gerarchia sembra essere tornata quella di un tempo ma la sorte, cinica e beffarda, ci mette lo zampino: Vic Rizzuto, infatti, ricoverato per gravi problemi cardiaci muore il 21 dicembre del 2013 nell’ospedale “Sacrè Coeur” a Cartierville. Il decesso del padrino rimette tutto in gioco. E non solo a Montreal ma pure a Toronto, antico feudo dei calabresi di “mamma ’ndrangheta”. Il 13 luglio del 2013 viene assassinato Salvatore “Sam” Calautti, 41 anni, originario della Locride e proprietario nell’Ontario del ristorante italiano “Cinquelire”. L’uomo è vicino alla ’ndrangheta e cade sotto i colpi di un killer che gli spara alla testa mentre è a bordo di un’autovettura in corsa sulla Credistone Road. Insieme a lui, anche il suo vecchio socio James Tusek non ha scampo. Il quarantunenne era sospettato d’aver preso parte all’assassinio, a Montreal, di Nick Rizzuto jr. ed era stato inquisito perché sospettato d’aver ricoperto un ruolo anche nell’agguato costato la vita a Gaetano Penepinto, luogotenente a Toronto dei Rizzuto. Il 24 aprile del 2014, invece, nel parcheggio di una caffetteria viene ucciso a colpi di pistola Carmine Verduci, uomo di rispetto a tutto tondo legato al “locale” di 'ndrangheta di Siderno. La risposta dei calabresi non si fa attendere. Il primo marzo del 2016, a Montreal, viene assassinato Lorenzo “shunk” Giordano, componente della commissione istituita per gestire la “Sesta famiglia” dopo la morte di Rizzuto. Passano pochi mesi e il 28 maggio tocca ad un altro pezzo da novanta del gruppo di comando del Quebec: Rocco Sollecito, che viene trucidato davanti alla fermata d’un bus. Il 3 giugno, in un caffè frequentato da italiani, un sicario chiude un altro “contratto” lasciando esanime accanto a un tavolino Angelo D’Onofrio, amico di molti personaggi influenti del clan Rizzuto. Si riprende a sparare anche in Ontario, dove il 20 gennaio del 2016 viene massacrato a colpi di pistola, ad Etobicoke, Alfredo Patriarca, storico alleato dei Rizzuto. Passa poco più di un anno e viene assassinato a pistolettate, nella notte di venerdì 31 marzo 2017, Antonio Sergi, 53 anni. L’uomo, originario della Locride, è sorpreso lungo il vialetto di casa, guarda caso sempre a Etobicoke, dall’omicida incaricato di chiudere il “conto”. Sergi, conosciuto negli ambienti investigativi come “Tony Large”, era stato coinvolto in indagini sul traffico internazionale di droga e risultava legato a fazioni della ’ndrangheta avverse ai Rizzuto. Nelle stesse ore, a Vaughan, città poco distante dal capoluogo dell’Ontario, cade sotto i colpi di un killer un altro calabrese, Domenico Triumbari, 55 anni, originario di Siderno. La vittima viene assassinata in un parcheggio di Regina Road. Pure Triumbari frequentava Etobicoke e Woodbridge dove è stato poi sepolto. E nella stessa zona, l’altro giorno, sono stati assassinati Cosimo Commisso, 33 anni, di Vaughan, e la fidanzata, Chantelle Almeida, di 26. Le vittime erano a bordo di un Suv bianco, sulla Castlepoint Drive. A far fuoco due killer “professionisti”. I detective canadesi sono convinti che questi fatti si inscrivano in un medesimo scenario di tensione criminale: la ’ndrangheta avrebbe difatti deciso di riprendere il controllo sul Canada, ma nessuno tra i siciliani amici di “don Vito” è disposto a cedere il passo. Paradossale appare, tuttavia, che proprio uno degli ultimi “luogotenenti” dei Rizzuto sopravvissuto alla mattanza sia calabrese: si chiama Frank Arcadi, è originario del Reggino e si trova al momento detenuto. Toccherà a lui guidare la riscossa della “Sesta famiglia”?

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