La sanità in Calabria è un algoritmo senza soluzione e senza speranza. In questa terra si vive il delirio di un’emergenza senza fine della mancanza di letti disponibili negli ospedali che restano spesso “chiusi” anche ai “codici rossi”.
Qui si vive drammaticamente più che altrove la crisi di posti nelle corsie, e la mancanza di personale sanitario in corsia. Un disastro introdotto da un piano di rientro che ha finito per ampliare i confini del disavanzo pubblico.
Conti in rosso e qualità di servizi che resta inevitabilmente precaria perchè con i letti mancano medici e infermieri. Le manovre finanziarie gestite dai “tagliatori di teste” hanno provocato l’aumento del deficit, cresciuto oltre ogni limite a fronte di una qualità dell’assistenza che è, invece, sprofondata sotto i livelli minimi essenziali. La Calabria oggi non è più in grado di garantire le cure ai suoi abitanti. Figurarsi quello che può fare per i tanti ospiti che scelgono i suoi borghi come mete turistiche. Bisognerebbe domandare a un turista svizzero il grado di soddisfazione per l’assistenza sanitaria ricevuta dopo che un malore lo aveva colpito improvvisamente mentre, con una comitiva giunta in autobus, stava visitando il centro storico di Rossano. A un certo punto s’era accasciato. Quelli che erano con lui avevano chiesto l’intervento del “118”. Ma la Calabria non è la Svizzera, e l’ambulanza, l’unica ambulanza disponibile, però, era già fuori per un altro soccorso. E così quell’uomo avrebbe dovuto attendere il rientro del mezzo per ricevere il soccorso “urgente”. A quel punto, i suoi connazionali e l’autista del bus avrebbero deciso di provvedere in proprio alla gestione dell’emergenza. L’uomo veniva aiutato a salire sul pullman turistico e tutti insieme raggiungevano il pronto soccorso dell’ospedale “Giannettasio” dove il turista riceveva le prime cure. Dopo una notte in ospedale, l’uomo sceglieva di rientrare in patria con un elicottero per farsi curare in una struttura elvetica. Come dargli torto? In fondo ha fatto solo quello che molti calabresi fanno da un pezzo perchè non credono nel sistema sanitario regionale, imbrigliato in mezzo ai bilanci e incapace di prendersi cura della sua gente. Qui da noi tutto è diventato precario, persino il sistema del “118”. I tagli non hanno risparmiato alcun settore. La sanità pubblica prima ha chiuso le corsie e ora sta chiudendo anche l’emergenza-urgenza. È difficile entrare negli ospedali ma lo è ancor di più arrivarci. Un disastro descritto dal consigliere regionale Gianluca Gallo in una interpellanza al governatore calabrese, Mario Oliverio. «È forte e concreto il rischio che in Calabria il servizio 118 venga depotenziato per i tagli al personale e l’impossibilità di poter garantire la presenza di medici a bordo delle ambulanze». L’ansia del politico nasce dai recenti provvedimenti vergati nel Cosentino. Atti che puntano al risparmio. «Alla fine di aprile l’Asp di Cosenza ha ridotto il numero di medici a disposizione del “118”, determinando così una situazione di forte pericolo in svariate postazioni di emergenza territoriale, esposte al rischio di non poter garantire per ogni turno la presenza di un medico a bordo delle ambulanze. Un’eventualità che, qualora dovesse verificarsi, rappresenterebbe un grave vulnus per la tutela del diritto alla salute dei cittadini, dal momento che un’ambulanza senza medico a bordo si riduce a funzioni di mero trasporto o quasi, vista l’impossibilità di intubare i pazienti, somministrare farmaci o formulare diagnosi, con conseguente perdita di tempo che potrebbe invece risultare prezioso». Succede alla sanità calabrese, una sanità perennemente a dieta. E perennemente in rosso. Gallo ha acceso i riflettori sull’ultima vergogna di un’assistenza sempre più precaria: «La Regione valuta legittimo l’operato dell’Asp di Cosenza? Ritiene di dover verificare per quali ragioni e sulla base di quali provvedimenti sia stata disposta l’assegnazione ad altre strutture di medici assegnati alle Pet? E soprattutto: come intende adoperarsi perché la presenza di medico a bordo delle ambulanze del servizio 118 sia costantemente garantita in provincia di Cosenza ed in tutto il territorio regionale, in maniera pienamente conforme alla legge ed al rispetto dei diritti dei medici in servizio?». Un quesito che andrebbe girato anche al commissario Scura. In fondo, tutte le decisioni a bilancio, passano da lui. Chissà, magari potrà spiegare anche questo ulteriore sacrificio.
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