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'Ndrangheta: arrestate 23 persone, sequestrati 300 kg stupefacente

droga

Sono 23 le persone arrestate dai carabinieri del comando provinciale di Milano nell'ambito di un'inchiesta che le vede responsabili a vario titolo di cessione di sostanze stupefacenti, ricettazione, porto illegale di armi comuni da sparo, detenzione abusiva di armi e munizioni e intestazione fittizia di beni.
Dalle prime luci del giorno i militari stanno eseguendo l'ordinanza di custodia cautelare per i 23 italiani (16 in carcere, 6 agli arresti domiciliari ed uno all'obbligo di presentazione) nelle province di Milano, Como, Monza e Brianza, Novara, Reggio Emilia, Savona, Torino e Varese. Durante l'indagine sono stati sequestrati oltre 300 chili di droga.
L'indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano ha consentito di individuare gruppi criminali ben organizzati, divisi in "batterie", che si rifornivano di cocaina da soggetti di origine calabrese contigui alla 'ndrangheta, nonché di hashish e marijuana dalla Spagna e da cittadini nordafricani attivi a Milano e nell'hinterland. La redistribuzione dello stupefacente agli acquirenti, anche a domicilio, avveniva in Lombardia, Piemonte e Liguria.

Oltre ai 23 arresti eseguiti dai carabinieri di Milano nell'ambito dell'indagine "The Hole", è stato disposto il sequestro del centro estetico "Beauty Center" di Cerro Maggiore (Milano), che le intercettazioni e gli appostamenti hanno dimostrato essere la base degli incontri per la gestione degli affari di droga tra i vari trafficanti.
Il locale risulta ufficialmente intestato a Mattia Peitavino, ma si tratterebbe di un prestanome per conto di Massimo Rosi, trafficante arrestato il 9 maggio 2016 in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare del tribunale di Busto Arsizio. Lì si sono incontrati in più occasioni i cugini Domenico e Antonio Barbaro (dell'omonimo clan di 'ndrangheta), attivi soprattutto nella zona di Cesano Boscone. Erano loro il collegamento con Antonio Agresta, 45enne originario di Platì già condannato come capo della Società di 'ndrangheta di Volpiano (Torino).
I militari del comando provinciale di Milano hanno preso Agresta nel suo appartamento di Volpiano, e attualmente stava scontando una misura alternativa che gli consentiva di restare fuori dal carcere. Questo gli permetteva di gestire con maggiore facilità i suoi traffici di droga con i Barbaro dal Marocco con stoccaggio nei magazzini spagnoli di Durcal. Altro canale di approvvigionamento di droga di Michele Antonino era Giuseppe D'Aiello, trafficante 30enne di Maddaloni (Caserta) che era in contatto con Alan Spada, boss che dal carcere reggeva le fila del campo nomadi di via Negrotto attraverso la madre Teresa Sainovich. 

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