L’infiltrazione mafiosa ha raggiunto la sua dimensione 2.0. Ed in Calabria è record di scioglimenti per mafia.
Nel 2017, come racconta la relazione redatta dal Ministro dell’Interno, Marco Minniti, sull’attività delle Commissioni per la gestione straordinaria degli Enti sciolti per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso, sono stati sciolti, complessivamente, ventuno consigli comunali. La Calabria è interessata con ben dodici provvedimenti e per un solo comune, Nardodipace, è stata disposta, considerando le esigenze evidenziate dalle commissioni straordinarie, di portare a compimento i programmi avviati, la proroga di sei mesi. In generale, sono quattro le regioni maggiormente coinvolte dal fenomeno dello scioglimento dei comuni: Campania, Calabria, Sicilia e Puglia. Nel 2017, quindi, sul territorio calabrese hanno operato trentotto commissioni straordinarie in diciotto comuni interessando in totale quasi duecentomila abitanti. Gli organi commissariali sono intervenuti in diciotto comuni: Lamezia Terme, Sorbo San Basile, Cropani, Petronà, Cassano All’Ionio, Isola di Capo Rizzuto, Canolo, Laureana di Borrello, Bova Marina, Gioia Tauro, Brancaleone, Marina di Gioiosa, Bovalino, Bagnara, Rizziconi, Nardodipace, Tropea e Nicotera. Oltre ai dodici Enti sciolti, infatti, le altre sei commissioni operano, a seguito dello sciglimento nel 2015 e nel 2016, nei comuni di Bovalino, Rizziconi e Bagnara, in provincia di Reggio Calabrioa, e a Nardodipace, Tropea e Nicotera sul territorio di Vibo Valentia. La maggior parte delle triadi, emerge dalle oltre settanta pagine, ha lavorato alla riorganizzazione dell’apparato burocratico, volta soprattutto «a una migliore e più funzionale allocazione delle risorse umane disponibili».
La relazione del Viminale evidenzia quelli che vendono detti segnali “spia” che configurano la permeabilità di un’amministrazione comunale alle infiltrazioni delle cosche: il disordine contabile e finanziario, l’assenza o l’inadeguatezza di regolamenti comunali, la mancanza di rigore e di controlli nell’affidamento dei lavori pubblici e negli appalti, la mancanza degli strumenti di pianificazione urbanistica, la mancanza di trasparenza e di comunicazione ai cittadini. Su alcuni di questi aspetti le commissioni straordinarie insediate in Calabria sono gia’ intervenute.
A Nardodipace, ad esempio, il report racconta che si sono regolamentate le aree riguardanti le sanzioni amministrative, patrocinio legale, servizio idrico, igiene ambientale, diritto di accesso civico, servizio economato e di cassa. Nel Comune di Bagnara è stato approvato il regolamento per la assegnazione e l’utilizzo delle palestre scolastiche comunali, in quello di Bovalino il regolamento di gestione dei beni immobili comunali, a Bova Marina e Brancaleone è stata disciplinata la raccolta dei rifiuti solidi urbani, a Canolo è stato varato un nuovo regolamento per la concessione di contributi, sussidi, vantaggi economici e patrocini alle associazioni.
Molte iniziative hanno poi riguardato l’ambiente, in particolare la gestione dei rifiuti, ritenuta molto “sensibile” alle infiltrazioni mafiose: la relazione del ministero dell’Interno segnala «l’iniziativa della commissione straordinaria del Comune di Petronà che ha attivato un numero telefonico dedicato alle segnalazioni da parte dei cittadini su disfunzioni nei servizi di raccolta e pulizia delle strade», mentre a Bovalino e Bagnara «si è proceduto all’avvio di una gara europea per l’affidamento del servizio di raccolta rifiuti per il tramite della Stazione unica appaltante (Sua) operante nella Provincia di Reggio Calabria».
L’attività della quasi totalità delle commissioni straordinarie si e concentrata sulla messa in atto di iniziative volte a migliorare anche l’informatizzazione nella gestione amministrativa, com’è avvenuto a Bagnara, Bovalino, Bova Marina, Brancaleone e Laureana di Borrello. Diverse sono, inoltre, le commissioni d’accesso agli atti che oggi operano su tutto il territorio calabrese.
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