Dopo molti colpi di scena, contestazioni e riconteggi il quadro del nuovo Parlamento dovrebbe essere finalmente definitivo. Le Corti d'Appello e la Cassazione hanno dato il via libera in queste ore alla composizione dei seggi di Camera e Senato che si insedieranno venerdì prossimo, 23 marzo. Il caso da cui tutto è partito è stato il seggio conteso in Calabria tra Forza Italia e Fratelli d'Italia, nello specifico tra Maria Tripodi (FI) e Fausto Orsomarso (FdI). I giudici hanno definitivamente stabilito che il seggio è della forzista Tripodi a scapito di Orsomarso. Il seggio perso da Orsomarso provoca un effetto a catena: a FdI viene riassegnato un seggio in Veneto e lo scranno va a Luca De Carlo, sindaco di Calalzo di Cadore (Belluno), a scapito della Lega, nella figura di Giuseppe Paolin, Lega che però recupera un seggio in Trentino Alto Adige, assegnato alla leghista Stefania Segnana.
Quest'ultima a sua volta scalza sempre in Trentino Michaela Biancofiore (FI), che però - grazie alle pluricandidature - rientra in Emilia Romagna, dove deve cederle il passo la forzista Francesca Gambarini. In sostanza l'Ufficio elettorale centrale della Cassazione ha provveduto a "rettificare la cifra elettorale nazionale delle sole liste coinvolte dall'errata comunicazione dell'Ufficio centrale circoscrizionale Calabria", riattribuendo i seggi e specificando che "non è mutato il totale nazionale dei voti". Il principale errore ha riguardato oltre 4.000 voti attribuiti a Fratelli d'Italia anziché a Forza Italia e questo ha comportato un effetto domino nelle quattro regioni: Calabria, Trentino Alto Adige, Veneto ed Emilia Romagna. "Si è trattato di un mero errore di trascrizione", ha spiegato la coordinatrice regionale di Forza Italia in Calabria Jole Santelli, che ha goduto della riassegnazione al suo partito del seggio che, inizialmente attribuito, era stato poi spostato a Fratelli d'Italia. "E' stata sbagliata - ha aggiunto la parlamentare riconfermata - la trascrizione dei dati riportati sui verbali nei fogli excel". Il quadro degli eletti, che sembrava certo il 6 marzo, si è così improvvisamente modificato venerdì scorso, quando alla Corte di Cassazione sono arrivati i verbali della Corte d'Appello di Catanzaro, fino alla proclamazione finale di queste ore da parte delle Corti d'Appello e al nuovo verbale della Suprema Corte.
Il "domino" ha avuto ripercussioni persino sul Consiglio regionale calabrese, finendo per penalizzare il Pd regionale: infatti la mancata elezione a deputato di Fausto Orsomarso, attualmente consigliere regionale del centrodestra, ha l'effetto di impedire l'ingresso, nella massima assemblea calabrese, del nipote del leader socialista Giacomo Mancini, Giacomo jr che, nel 2013, si era candidato in quota Forza Italia con il centrodestra, risultando primo dei non eletti ma alle politiche del 4 marzo scorso si era candidato con il Pd. Soddisfazione per l'elezione di Maria Tripodi è stata espressa dal gruppo azzurro a Montecitorio, "finalmente, dopo giorni di confusione causati da errori materiali in alcune trascrizioni dei voti, possiamo festeggiare ufficialmente la nostra collega", ha esultato Renato Brunetta, presidente dei deputati di FI. Comprensibile invece la delusione degli esclusi, da Orsomarsi a Paolin (Lega) a Gambarini fino a Mancini jr. "Oggi chiamerò Paolin - ha detto uno dei coinvolti dal ricalcolo, il sindaco De Carlo - perchè so bene come ora si sente".