Da una parte una giovane donna che vende assicurazioni e nel fine settimana prepara cocktail in discoteca, dall'altra un facoltoso notaio esponente dell'elite aristocratica valdostana. Lei con il fidanzato deejay e la passione per il canto, lui tutto sci, golf e famiglia. Uno 'scontro' elettorale che alla vigilia del voto nel collegio uninominale della Valle d'Aosta sembrava essere a senso unico.
Elisa Tripodi, trentunenne aostana di origini calabresi, candidata del Movimento 5 Stelle, invece ha rovesciato ogni pronostico e si è presa il biglietto per Montecitorio. Ha vinto un po' in tutta la regione alpina, dove non era mai stata eletta prima una donna in Parlamento. Ad Aosta ha preso il 25% dei voti, a livello regionale si è attestata al 24%. In tutto 15.999 preferenze. "E' un ottimo risultato - ha commentato sorridendo - anche perchè si è dovuto aspettare una ragazza di origine calabrese per portare una donna dalla Valle d'Aosta in Parlamento".
Adesso dovrà preparare la valigia con destinazione Roma e lasciare il lavoro di barista alla discoteca Fashion di Quart così come quello di consulente assicurativo, una delle tante "Partite Iva" che sono fiorite negli ultimi anni all'interno del mondo del lavoro. Lui, Giampaolo Marcoz, di 43 anni, notaio figlio di notaio, brillante professionista con uno studio avviato nel centro di Aosta, si è fermato a 12.118 preferenze (18,26%). Lo sostenevano alcune forze autonomiste, una parte dell'area cattolica e una parte dello schieramento ecologista. Già fondatore dell'associazione Vda 2050, è sceso in campo perché "la società civile deve mettere la propria professionalità al servizio della Valle d'Aosta per un progetto di rilancio e di crescita nel rispetto dei suoi valori fondanti".
Molti analisti lo davano per favorito. Per un mese ha fatto avanti e indietro per la regione, paese per paese, a spiegare le ragioni della sua candidatura e i suoi programmi. Non è bastato. Alla fine si deve accontentare del terzo posto, dietro alla candidata delle forze autonomiste di maggioranza e con una manciata di voti in più del candidato della Lega.
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