«Un territorio deturpato dall’elevato numero di discariche e zone d’abbandono dei rifiuti. Una miriade di piccole e grandi discariche hanno concorso a determinare una commistione d’inquinamento di suolo e acque oltre che contribuire al degrado del paesaggio». È l’immagine della nostra terra raccontata dallo “Studio epidemiologico dei siti contaminati della Calabria” dell’Istituto superiore di Sanità (Itisan). Tra Pollino e Aspromonte sono state censite 696 mega pattumiere potenzialmente contaminate dai rifiuti: 73 a rischio marginale, 262 a rischio basso, 261 a rischio medio, 40 ad alto rischio. Tra queste, 18 sono ancora più gravi: 7 nel Cosentino (Cariati, Cassano, Firmo, Laino Borgo, Lungro, Scalea e Tortora), 2 nel Catanzarese (Lamezia e Davoli), 1 nel Vibonese (Zambrone), 8 nel Reggino (Bovalino, Cosoleto, Palmi, Scilla, Polistena, Melicucco, due a Reggio).
L’Itisan poi affonda il dito nella piaga, la solita: «La forte connessione tra la criminalità organizzata e il degrado ambientale è stata ampiamente dimostrata in sede sia investigativa che giudiziaria».