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Costretta a emigrare per una flebo

Costretta a emigrare per una flebo

CATANZARO

Essere calabresi significa essere pazienti di serie B? Pare proprio di sì. Questa è la storia di Zaira: una ragazza di 35 anni, una casalinga molto attiva che si prende cura con amore di suo marito e delle loro due figlie.

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Zaira ha bisogno, necessariamente, di fare delle flebo endovena di ferro. Fino a poco tempo fa questa terapia veniva realizzata nella struttura operativa di Oncoematologia del Pugliese-Ciaccio, un’eccellenza calabrese. Purtroppo, il Ferlixit, il farmaco che le viene iniettato, le causa una brutta allergia e da Modena, dov’è in cura, le consigliano il Ferlinject che, solitamente, viene somministrato a chi ha delle reazioni allergiche.

Sembra semplice. Ma purtroppo non lo è, perché a Catanzaro la giovane si sente rispondere che la Regione non dà la possibilità, nei propri protocolli, di utilizzare tale farmaco. E quindi? L’unica cosa da fare è recarsi in Emilia a intervalli settimanali per una semplice flebo di ferro. Una banalità diventa dunque un grandissimo ostacolo. Non è solo una questione economica ma si tratta di andare incontro a un’esistenza, già molto provata, che rischia di esser ancor più appesantita.

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