E’ morto oggi, all’età di 94 anni, Gaetano Renda, soldato del 17mo reggimento di fanteria "Acqui" dell’esercito italiano durante l’ultimo conflitto mondiale, sopravvissuto alla strage di Cefalonia, l’isola greca in cui i soldati del Regio Esercito, dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre del 1943, furono attaccati dai soldati tedeschi per il loro rifiuto di consegnare le armi. Fu uno degli episodi più bui della seconda guerra mondiale.
Renda, nato a Sambiase (Cz), uno dei Comuni coonfluiti nell’odierna Lamezia Terme, lo scorso 2 giugno ebbe la medaglia d’onore concessa dallo Stato ai cittadini italiani deportati nei lager nazisti. A rendere nota la notizia della scomparsa di Renda è stato lo storico Mario Saccà, che nel 2012 lo aveva intervistato.
Lo scontro fra i militari italiani e quello tedesco, fino ad allora alleati, durò 20 giorni. Gli italiani resistettero ai bombardamenti dell’aviazione tedesca, fino a quando dovettero arrendersi e furono in gran parte passati per le armi. Le vittime furono migliaia. Nel 2006, dopo oltre 60 anni di oblio, una legge riconobbe ai reduci e ai civili imprigionati nei lager tedeschi la medaglia d’onore della Presidenza del Consiglio. Deportato in un campo di prigionia in Polonia, Gaetano Renda riuscì, dopo molte peripezie, a rientrare in Calabria a guerra finita.
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