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La Sila punta a diventare patrimonio dell’umanità

La Sila punta a diventare patrimonio dell’umanità

L a Sila. Terra d’immensi boschi che s’infilano tra le forre inacessibili e i pianori dolci. Gli alberi millenari risalgono verso le vette innevate per tuffarsi, d’improvviso, sulle rive erbose di ameni laghi. Le transumanze segnano il passaggio delle stagioni mentre falchi astuti ondeggiano sui soffi dei venti gelidi sorvegliando dall’alto i passi più nascosti. La Sila sembra figlia d’un sortilegio inventato da madre natura per stupire gli uomini d’ogni tempo. Al nome di ciascun luogo corrisponde una meravigliosa combinazione degli elementi: Garga, la Valle dell’Inferno, Fago del Soldato, i Giganti del Fallistro, Lorica, Silvana Manzio, la Fossiata, Monte Scuro, Trepidò, Aria Macina, Arvo, Cecita, Ampollino. Ai rigidi inverni seguono le estati morbide, disegnando di colori il cielo e le rocce, ammorbando l’aria di profumi sempre diversi. Le bufere rivelano invece la potenza nascosta delle piogge che gonfiano le acque del Trionto e del Neto rendendole impetuose. Scriveva il poeta Franco Costabile: «Calabria d’inverno, lamento di lupi». E sul grande altopiano calabrese agli ululati dei lupi s’aggiungono le urla lontane dei tanti briganti che hanno sfidato spagnoli, francesi e piemontesi. Qui combattè e si rifugiò Marco Berardi, il “re Marcone” così come quel Giosofatte Talarico magistralmente raccontato dallo scrittore Nicola Misasi. Al fascino della nostra grande montagna potrebbe adesso cedere l’Unesco. Il Parco Nazionale della Sila, infatti, rilancia la sua candidatura a Sito Patrimonio dell’Umanità. Il presidente della Regione, Mario Oliverio, ha assicurato il suo appoggio rimarcando come «il fatto che il Parco Nazionale della Sila sia uno dei gioielli della nostra splendida regione noi calabresi già lo sappiamo. Ma questa conoscenza va diffusa nel resto del mondo e, con questo in mente, per il Parco riuscire ad ottenere il riconoscimento come Sito Patrimonio dell’Umanità Unesco sarebbe l’equivalente di una “promozione” in serie A. Questo richiede un lavoro di squadra e la Presidenza della Regione Calabria è pronta a scendere in campo». Per questa candidatura la Comunità del Parco ha ricevuto e sta ricevendo l’appoggio di tutti. «Bisogna lavorare insieme verso questo obiettivo comune - ha ribadito il presidente della Comunità Nicola Belcastro - un obiettivo ambizioso ma certamente alla portata di un’area protetta così bella e speciale come la nostra Sila, un vero scrigno di biodiversità». Anche il presidente del Fai Andrea Carandini ha tenuto a rimarcare come «un sito unico come quello della Sila, ricco di storia e al centro del Mediterraneo, merita un riconoscimento simile». Il rettore dell’Università della Calabria Gino Mirocle Crisci gli ha fatto eco ricordando che «il Parco Nazionale della Sila ha rappresentato sin dalla sua creazione un motore si sviluppo per l’intera area, pur nel rispetto del suo mandato di conservazione della natura. Se divenisse un sito Unesco questo avrebbe ricadute positive sulla Calabria tutta». L’eventuale riconoscimento come Sito Patrimonio dell’Umanità garantirebbe al Parco Nazionale della Sila, al momento del resto già inserito nella Tentative list, non solo di entrare in un club esclusivo, ma di incentivare ulteriormente lo sviluppo del turismo e di riuscire a far crescere in maniera sempre più ecosostenibile un territorio che, a differenza di altre aree protette sia italiane che estere, è ancora “vivo” e vissuto. Un territorio con una vasta popolazione residente all’interno dei suoi confini. Tutto ciò apporterebbe benefici non solo simbolici e non solo all’area direttamente interessata, ma alla Calabria intera. È il momento, dunque, di compiere ogni possibile sforzo per raggiungere l’agognato obiettivo.

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