La Calabria sarà in divisa in otto, o forse in sette, dal Rosatellum vistato giovedì dal Senato della Repubblica. L’articolo 3 della legge cristallizza la “Delega al Governo per la determinazione dei collegi uninominali e dei collegi plurinominali”. Il compito sarà affidato al ministero degli Interni che avrà trenta giorni di tempo per disegnare gli ambiti territoriali. Il Rosatellum prevede siano «garantite la coerenza del bacino territoriale di ciascun collegio, tenendo altresì conto delle unità amministrative su cui insistono e, ove necessario, dei sistemi locali, e, di norma, la sua omogeneità sotto gli aspetti economico-sociale e delle caratteristiche storico-culturali, nonché la continuità del territorio di ciascun collegio, salvo in cui il territorio stesso comprenda porzioni insulari».
Un dato cruciale nella composizione degli ambiti saranno gli abitanti e quindi gli elettori. Ogni collegio camerale dovrebbe contare circa 300mila residenti che dovranno essere il doppio per il Senato.
Da otto a tre
Le ipotesi più accreditate parlano di tre o quattro collegi calabresi per il Senato della Repubblica. Uno dovrebbe coinvolgere il Reggino e forse il Vibonese, un altro le province di Catanzaro e Crotone, uno o due il Cosentino e parte d’altre province. Sette o otto gli ambiti che dovrebbero riguardare la Camera dei deputati: un paio per il Reggino e probabilmente parte del Vibonese, un paio per Catanzarese e Crotonese, tre o quattro per il Cosentino e forse parti d’altre province. Al momento si tratta solo d’ipotesi, ma probabili.
Corsa alla candidatura
Chiuso il capitolo Legge elettorale comincia a tutti gli effetti al lunga campagna elettorale, coi partiti nazionali travagliati in cerca di consensi e quelli locali che devono fare i conti con le ambizioni più o meno legittime di quanti sperano in una candidatura. A esempio gli uscenti. Non ci sarà spazio per tutti nei posti blindati ma molti stanno già lavorando per essere organizzati nei posti clou in varie province. Poi ci sono gli aspiranti parlamentari che non sono uscenti ma pensano a un posticino buono in lista. A esempio lo stuolo dei consiglieri regionali ambiziosi che potrebbero tentare il salto come fatto in passato, tra gli altri, da Bruno Censore, Giovanni Bilardi e Ferdinando Aiello. Ma in questo caso l’elenco è lungo. Lungo assai. Qualche nome? Potrebbero farci un pensierino Carlo Guccione e Giuseppe Aieta, magari pure Mimmo Bevacqua. Quindi Enzo Ciconte, Mimmo Battaglia, Tonino Scalzo.